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Anna Maria, una memoria a processo

di Redazione

Sarah. C’è un’aria di svolta imminente nel giallo della scomparsa di Sarah Scazzi, la giovane 15enne scomparsa ad Avetrana, in provincia di Taranto. Un suo zio ha ritrovato il cellulare della nipote, semi bruciato in una zona di campagna. Lo zio è il padre della cugina Sabrina. Il procuratore di Taranto che segue le indagini ha detto: «Non credo alle coincidenze specie se troppe». È trapelato che Sarah, la scomparsa, aveva avuto uno scontro con la cugina Sabrina a proposito di un ragazzo di 27 anni, della stessa compagnia di giovani che frequentavano. È sufficiente a creare sospetti sul mondo della famiglia. L’unico mondo che resta in questa tristissima storia della provincia italiana del Sud, dove sogni, pulsioni, aspirazioni sono soffocati nel perimetro di una sconfortante mediocrità fatta di peluche e di Facebook.
Anna Maria. La Franzoni torna in un’aula di giustizia per un processo parallelo, quello sui sospetti espressi nei confronti del vicino di casa Guichardaz. Il tema centrale è però la memoria della donna, già condannata per l’omicidio del figlio Samuele. Si ricorda Anna Maria o non si ricorda? Le neuroscienze hanno messo a punto un nuovo esame, simile alla vecchia macchina della verità, in cui si valuta se le affermazioni della persona sono sincere. O no. Se dovesse risultare che Anna Maria Franzoni non ricorda, andrebbe forse messo in discussione il primo processo? Oppure si dovrebbe stipulare che la sua mente ha rimosso la circostanza?
Begm Shnez. Una donna pachistana che viveva a Novi, in provincia di Modena, è stata uccisa a colpi di mattone dal marito. Perché proteggeva la figlia nel suo desiderio di non accettare un matrimonio combinato. Il fratello della giovane l’ha quasi uccisa a sprangate. Padre e figlio sono stati arrestati. Il desiderio di integrazione viene punito con la vita. Come nel caso di Hina, sgozzata nel 2006 dal padre, o di Sanaa uccisa tre anni dopo, sempre dal padre.
Francesca. È stato finalmente ritrovato il corpo della 25enne barista di Atrani, sulla costiera amalfitana, travolta e uccisa dalla frana del 9 settembre scorso. Il suo cadavere ha viaggiato nel Tirreno per molte miglia ed è stato rinvenuto fra Lipari e Panarea, alle isole Eolie. Un piccolo sollievo per i suoi parenti e per tutto il paese colpito da una sciagura in cui Francesca è stata l’unica vittima, uccisa dal destino e dalla follia degli uomini di oggi che devastano l’ambiente e violentano il suolo. Oggi però la natura spietata che aveva provocato la tragedia, e l’aveva sottratta con violenza, la restituisce, in qualche modo, lealmente.

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