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Antitrust accende i riflettori su rifornimenti aeroportuali

Ad avviso dell’Antitrust, i prezzi dei carburanti, superiori a quelli degli altri paesi europei, potrebbero essere considerati diretti effetti di un’intesa tra le varie società.

di Redazione

L?Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso di estendere l?istruttoria nei confronti di alcune società petrolifere, anche ad altri soggetti per accertare presunte intese nella commercializzazione del carburante per aviazione e nei servizi di stoccaggio e messa a bordo di carburanti negli aeroporti. Le società coinvolte dall?estensione del procedimento, rende noto l’Antitrust, sono: R.A.M.- Rifornimenti Aeroportuali Milanesi S.r.l.(società posseduta da Shell, Tamoil e Total), Shell Italia Aviazione S.r.l. e Par S.r.l. (controllata da un pool di cui fanno parte ENI, Esso e Kuwait, svolge attività di stoccaggio e messa a bordo di prodotti petroliferi negli aeroporti di Palermo e Napoli Capodichino). Il procedimento inizialmente riguardava le società Eni S.p.A., Esso Italiana S.r.l., Kuwait Petroleum Italia S.p.A., Shell Italia S.p.A., Tamoil Petroli S.p.A., Total Italia S.p.A., Disma S.r.l., Seram S.r.l., Hub S.r.l., e Rifornimenti Aeroporti Italiani S.r.l.. Ad avviso dell?Antitrust, i prezzi dei carburanti per aviazione riscontrati negli aeroporti italiani, superiori a quelli degli altri paesi europei, potrebbero essere considerati diretti effetti di un?intesa tra le varie società.

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