Cultura

Appello del Papa per la pace e per l’incontro islamo-cristiano

Ieri ad Astana l'appello a cristiani e a credenti di altre fedi perché non si usi la religione come "motivo di conflitto"

di Redazione

Un “chiaro appello a cristiani e a credenti di altre fedi perché non si usi la religione come “motivo di conflitto”, per costruire un mondo senza violenza, odio e discriminazione. Un invito a cristiani e musulmani a pregare insieme “l’Unico Onnipotente Dio, di cui noi siamo figli, perché il supremo bene della pace possa regnare nel mondo”.
Dal Kazakhstan, paese multietnico, multiconfessionale e a maggioranza musulmana il Papa grida al mondo di non preparare una guerra che rischia di risucchiare in un conflitto i rapporti fra oriente e occidente, fra cristiani e musulmani in Medio Oriente, Asia centrale, Europa e America. La tensione internazionale che ogni giorno di più sale dall’America colpita dal terrorismo e dall’Afganistan dei Talebani, ha spinto Giovanni Paolo II a fare un’aggiunta “dell’ultim’ora” alla preghiera dell’Angelus di domenica 23, gridato in inglese, kazako e russo. Il Papa, visibilmente teso, chiede che musulmani e cristiani si lascino rafforzare dalla “divina sapienza”, e “lavorare per la civiltà dell’amore” senza lasciare spazio all’odio. E conclude: “Con tutto il mio cuore invoco Dio che conservi il mondo nella pace. Amen”.

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