Non profit
Appello per Shalit dai frati di Assisi
Padre Giuseppe Piemontese si rivolge alle autorità della Striscia Gaza in occasione della Pasqua
di Redazione
«Ci vogliamo rivolgere agli uomini di Hamas con la stessa esortazione con cui Francesco d’Assisi si rivolgeva agli uomini del suo tempo “non vada via nessuno da te senza aver trovato il perdono di Dio” per chiedere loro di liberare il soldato israeliano Gilad Shalit, da troppi anni prigioniero, affinché non sia una Pasqua amara per la sua famiglia, così come è purtroppo per la famiglia del volontario italiano, Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza».
L’appello alle autorità della Striscia di Gaza è stato rivolto dal custode del Sacro convento di Assisi, padre Giuseppe Piemontese, in una nota pubblicata sul sito.
Padre Piemontese, che si è detto particolarmente colpito dalla “tragica vicenda” del giovane italiano, ha chiesto ad Hamas di compiere un “gesto di pace“, liberando il militare israeliano. «Vorremmo che ogni morte innocente possa portare “frutti di pace e di speranza” in quella tormentata regione: la liberazione di Shalit potrebbe essere uno di questi. Continuiamo a pregare sulla tomba del Santo d’Assisi – ha aggiunto il Custode – affinché il processo di pace nella Terra Santa possa rafforzarsi: preghiamo affinché tutti gli uomini di buona volontà di Israele e dei territori palestinesi e la comunità internazionale possano intensificare i loro sforzi tesi alla costruzione di comunità che vivano in sicurezza e nel rispetto reciproco».
«Israele – ha proseguito il custode del Sacro Convento – potrebbe vedere nel gesto di Hamas la volontà per innescare un processo di pace duraturo e stabile». Niente è impossibile agli uomini di buona volontà: nel 1219 Francesco d’Assisi sfidò la Storia andando a parlare con il Sultano Malik-al-Kamil. Ancor oggi il dialogo, la tolleranza, il rispetto possono essere gli strumenti decisivi per la costruzione della pace in Terra santa”, ha concluso padre Giuseppe Piemontese.
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