Approfondimenti

Settembre 2025

Lasciti solidali, una leva per crescere

Non solo per ricchi, dal lato di chi lo dispone. Non solo per grandi organizzazioni, dal lato di chi lo riceve. Alla vigilia del più imponente trasferimento generazionale di ricchezza che il mondo abbia mai visto, il lascito solidale si dimostra già un pilastro prezioso per la sostenibilità delle organizzazioni non profit, in maniera trasversale rispetto a dimensione e ambito di attività.

L’indagine realizzata da Comitato Testamento Solidale e VITA indaga per la prima volta i lasciti solidali attraverso gli occhi delle organizzazioni non profit: numeri, tipologia, incidenza sulla raccolta fondi ma anche staff dedicato, campagne comunicative e barriere. Il 58% delle Onp ha ricevuto almeno un lascito negli ultimi cinque anni: un’esperienza che sale all’88% fra le big (sopra i 10 milioni di euro), ma che riguarda comunque più di un’organizzazione su tre anche fra le piccole (il 34% fra quelle sotto il milione di euro).

La scelta di investire sui lasciti è relativamente recente, benché il report tracci una “campagna lasciti” già nel 1985: ancora oggi il 55% delle Onp non ha mai fatto una campagna mirata, il 58% non ha uno staff dedicato e il 31% dichiara che il tema non è avvertito internamente come priorità. Eppure i dati sono chiari: nel sottogruppo degli enti che hanno attivato una campagna, la percentuale di chi ha beneficiato di almeno un lascito sale all’89% e fra quelli con uno staff dedicato arriva all’87%. Le realtà che hanno ricevuto almeno un lascito aumentano di 16 punti percentuali tra il 2020 e il 2024 (dal 61% al 77%) e il peso percentuale dei lasciti sulla raccolta fondi quasi raddoppia, passando dall’8% al 14%.

Nell’87% dei casi, le risorse non sono vincolate a specifici progetti: un segno di grande fidu- cia nei confronti dell’ente prescelto, che fa del lascito solidale una leva cruciale per progettare la crescita futura, realizzando al tempo stesso quel desiderio di contribuire al cambiamento che tanti italiani hanno.

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