Cultura

Arcigay e Chiesa: chi di referendum colpisce, di referendum perisce…

Il Cardinal Sodano minaccia un referendum nel caso in cui venissero approvati i Pacs. Lo Giudice (Arcigay) risponde con un referendum sull'8 per mille

di Redazione

“Siamo pronti a indire un referendum per l’abrogazione dell’istituto dell’otto per mille, fonte surrettizia di finanziamento della Chiesa cattolica da parte dello Stato italiano”. Questa la risposta del presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, alle parole del segretario di stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano, che ha minacciato un referendum se dovesse essere approvata una legge sul Pacs (Patto civile di solidarieta’).

“Il partito vaticano italiano si fa forte del risultato del precedente referendum sulla procreazione medicalmente assistita – osserva Lo Giudice – ma un conto e’ cavalcare l’astensionismo, altro sarebbe convincere gli italiani a votare in massa contro una norma di uguaglianza e di progresso, presente in tutta Europa, invocata da vent’anni dalle istituzioni europee e fortemente sentita dalla maggioranza del paese. Un sondaggio Eurisko del maggio scorso, commissionato dalla Tavola valdese, ha mostrato che il 52% degli italiani e’ a favore di una legge che riconosca status giuridico anche alle coppie dello stesso sesso”.

“Se il Vaticano si comporta come una lobby politica e interviene contro leggi dello Stato italiano che, come il Pacs, promuovono la parita’ dei diritti e della dignita’ sociale di tutti i cittadini, diventa ancor piu’ inaccettabile – afferma Lo Giudice – che goda di smaccati privilegi economici, come nessun altra organizzazione nel nostro paese, che lo ricoprono di soldi a spese delle tasche degli italiani. Se si scegliesse, nostro malgrado, la strada della contrapposizione sul tema dei diritti fondamentali delle persone, saremmo pronti a chiamare il paese a eliminare l’anomalia tutta italiana di una Chiesa finanziata con i soldi dei contribuenti anche non cattolici, attraverso il meccanismo truffaldino della redistribuzione delle quote non espressamente assegnate. Lo Stato libererebbe cosi’ risorse enormi da destinare a concreti interventi a sostegno delle famiglie”

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