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Argentina, Kirchner: accordo con Fmi richiede più tempo
"Stiamo parlando della sovranità del nostro paese", precisa il primo ministro argentino, "Non vogliamo essere più debitori del fondo"
di Redazione
Il presidente argentino Nestor Kirchner é del parere che l’intesa tra governo e Fondo monetario internazionale per il rinnovamento degli accordi di sostegno finanziario potrebbe richiedere più tempo del previsto.
“Sì, richiederà più tempo” ha detto ieri sera in un’intervista a ‘Clarin’ in risposta a chi gli chiedeva se all’accordo si arriverà dopo ottobre piuttosto che all’obiettivo di giugno annunciato qualche settimana fa.
“Le discussioni con il Fondo proseguiranno per un po’ di tempo perché si sta parlando del tema della sovranità del paese … E’ un argomento molto delicato e qualsiasi decisione affrettata potrebbe rivelarsi dannosa” spiega nell’intervista che celebra i due anni del mandato del presidente.
La scorsa settimana il consiglio Fmi ha concesso a Buenos Aires uno slittamento di dodici mesi del rimborso di un prestito per oltre 2,5 miliardi di dollari.
Secondo Kirchner, la decisione del Fondo é stata presa “perché stiamo dimostrando un elevato livello di rispetto degli impegni”.
A metà dell’anno scorso il paese sudamericano ha sospeso un accordo di finanziamenti per 13 miliardi dal Fondo dicendo di volersi concentrare sulla gigantesca ristrutturazione del debito, la più grande operazione nella storia delle insolvenze sovrane.
Una parte dei rappresentanti del Fondo ha criticato i termini dell’offerta di concambio, corrispondente per i creditori che hanno aderito allo swap a una cancellazione di circa il 70% degli investimenti.
Il colloquio tra Buenos Aires e Fondo é di recente ripreso nonostante le perplessità dell’organizzazione di Washington sul trattamento da riservare a quel 24% circa di obbligazionisti che non hanno aderito al concambio.
Kirchner, fortemente critico rispetto alle posizioni Fmi, conclude: “vogliamo rispettare gli impegni, vogliamo pagare, vogliamo estinguere il nostro debito … sarebbe un sogno non essere più debitori del Fondo”.
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