Non profit

associazioni sportive,contente a metà Il presidente del Csi: «Bene la clausola sociale, anche se vaga. Male l’iscrizione: la burocrazia è un nemico» di Gabriella Meroni

5 per mille/2 Il varo del beneficio "versione 2009"

di Redazione

Alla fine ce l’hanno fatta: le associazioni sportive dilettantistiche riceveranno il 5 per mille anche nel 2009. Dopo qualche timore di esclusione – la prima versione del testo della Finanziaria non le contemplava – anche le asd sono state accontentate, e riceveranno così il contributo degli italiani.
Qualche novità però c’è, e non di poco conto. Si è stabilito infatti che potranno accedere al beneficio soltanto le realtà sportive, riconosciute dal Coni, che svolgono «una rilevante attività di interesse sociale»; per iscriversi negli elenchi, inoltre, le associazioni dovranno attendere un decreto del ministro dell’Economia «che disciplina le relative modalità di attuazione, prevedendo particolari modalità di accesso al contributo, di controllo e di rendicontazione». Niente più iscrizione d’ufficio, dunque, per il solo fatto di comparire negli elenchi Coni.
Ma che ne pensa il Centro sportivo italiano, cui fanno capo 13mila società sportive e 850mila atleti? «Un elemento positivo c’è», esordisce il presidente, Massimo Achini, «ed è la distinzione relativa all’attività sociale. A volte infatti dietro la dizione “società sportiva” si nascondono realtà con budget tutt’altro che insignificanti come yacht club o squadre che movimentano il mercato calcistico, quindi è bene escludere chi ha attività più vicine al business». «Mi preoccupa però», aggiunge, «l’applicazione pratica di questo criterio. Come stabilire chi svolge attività sociale e chi no? Tocca all’associazione dimostrarlo? Come? A meno che, ma spero di no, per “attività di interesse sociale” si intenda quella prestata a favore di soggetti svantaggiati, come i disabili». Per Achini meglio sarebbe, per determinare il “tasso di socialità” degli enti, ricorrere a un criterio economico: «Basterebbe introdurre una soglia di “fatturato” oltre la quale non si ha diritto al 5 per mille. Così verrebbero automaticamente escluse le realtà for profit».
Quanto all’obbligo di iscrizione, da cui le asd erano esenti, Achini si dichiara deluso: «Le nostre associazioni sono fatte di volontari, non di fiscalisti. Il tempo che impiegheranno a riempire moduli e carte sarà sottratto ai ragazzi».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.