Non profit

Attivista a Kabul.bStando a casa

Parla la responsabile dei volontari online delle Nazioni Unite

di Redazione

Donne, giovani e dei Paesi in via di sviluppo: questo l’identikit dei 3mila cittadini che hanno aderito alla proposta Onu.
Dice Elise Bouvet: «Per molti di loro l’impegno
sul campo e quello davanti
al pc non sono alternativi,
ma complementari»
S emplice, diverso, flessibile. Secondo Elise Bouvet, specialista nel programma di volontariato online delle Nazioni Unite, sono queste le caratteristiche che rendono il volontariato sul web un’impareggiabile opportunità per ognuno di noi di agire e impegnarsi nella causa del non profit. L’anno scorso il sito del volontariato online delle Nazioni Unite ha “arruolato” ben 3mila persone che hanno compiuto 4mila incarichi: dalla traduzione all’informatica, dalla grafica alla raccolta fondi. Praticamente non c’è nulla che i volontari non possano fare, seduti comodamente davanti al pc. L’unico requisito necessario è avere una connessione internet e il desiderio di contribuire alla pace e allo sviluppo.
L’identikit dell’attivista online? Donna (62%), giovane (età media, 31 anni), proveniente da Paesi in via di sviluppo (il 46%), ci spiega la trentasettenne Bouvet, che lavora a questo programma dal 2005: «I nostri volontari vanno dagli studenti in cerca di esperienze lavorative ai professionisti, dai pensionati del settore privato che vogliono condividere la loro competenza a quelli che lavorano per grandi ong e vogliono dare una mano alle organizzazioni più piccole».
Vita: Come è arrivata a lavorare nel volontariato online?
Bouvet: Ero entusiasta di questa iniziativa così innovativa sin da quando era solo un progetto pilota. Il volontariato online dell’Unv è il più inclusivo strumento disponibile nell’ambito del volontariato, poiché offre a tutti un’opportunità di contribuire alla pace e allo sviluppo. Ovunque si trovino.
Vita: È stato difficile convincere le grandi organizzazioni dell’efficacia del volontariato online?
Bouvet: Le organizzazione a dire il vero hanno accolto rapidamente il volontariato online, soprattutto quelle dei Paesi industrializzati, che vi hanno subito visto l’accesso a un infinito pozzo globale di competenze. Dal 2005 a oggi c’è stata una crescita esponenziale di contatti al sito; nel 2007 l’incremento di opportunità offerte dalle organizzazioni è stato del 30%.
Vita: Pensa che il volontariato online potrà mai sostituire un giorno il volontariato “reale”?
Bouvet: No, non penso che il volontariato online potrà mai sostituire quello sul territorio, penso piuttosto che i due possano e debbano essere complementari. Alcuni incarichi richiederanno sempre la presenza fisica dei volontari, mentre altri potranno essere svolti anche online. Il volontariato online permette alle organizzazioni di accedere a competenze difficilmente accessibili sul posto, di sviluppare le proprie capacità condividendo esperienze e know-how, di ampliare il proprio network. E poi è flessibile: non comporta viaggi e può essere svolto nelle ore compatibili con i propri impegni. Per alcuni è l’unica opportunità di fare volontariato, per altri è un’occasione in più di impegno: si può per esempio lavorare sul campo nel proprio contesto locale e allo stesso tempo essere volontari online in Afghanistan.

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