Non profit

Attraverso l’arte i bimbi di Bahia riscoprono il futuro

Roberta Giassetti Axé Italia

di Redazione

È il “braccio operativo” Italiano di Projeto Axé, l’organizzazione non profit fondata nel 1990 da Cesare de Florio La Rocca a Salvador de Bahia, in Brasile, con l’obiettivo di recuperare bambini e ragazzi di strada che vivono in situazioni di miseria e degrado e sono esclusi dalla famiglia e dalla società. Obiettivo di Axé Italia (www.axeitalia.net), come ci spiega la responsabile italiana Roberta Giassetti, è «far conoscere in Italia la proposta pedagogica sviluppata dal Projecto e sostenerne lo sviluppo».
Come giudica il 2010, anno del vostro esordio?
Sì, il 2010 per Axé Italia è stato l’anno in cui abbiamo posto i pilastri del futuro sviluppo della onlus. Ci siamo concentrati sull’organizzazione del tour italiano dei ragazzi brasiliani di Projeto Axé, con la partecipazione a “REstate” e ad “Umbria Jazz”, dove abbiamo chiuso il festival danzando con Fiorella Mannoia. Inoltre, abbiamo anche lanciato una campagna di sensibilizzazione con sms solidali sui maggiori media italiani e poi partecipato al Forum europeo della cultura “RavelloLab” con la lectio magistralis di Cesare de Florio La Rocca, e con l’organizzazione del corso di formazione sulla “Pedagogia del desiderio” a Reggio Emilia, rivolto agli operatori sociali.
Cos’è la “pedagogia del desiderio”?
A Salvador si trovano milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà: da qui nasce il fenomeno dei meniños de rua, dei bambini di strada abbandonati a se stessi, bambini che si sono abituati a non sperare, a vivere senza un futuro. Farli uscire da questa situazione è difficilissimo: non serve toglierli dalla strada se non si dà loro un motivo per vivere di nuovo, se non si insegna loro a desiderare. La “pedagogia del desiderio” di Projecto Axé insegna ai giovani a desiderare, a sognare di nuovo. Il recupero avviene attraverso l’ArtEducazione, ovvero l’educazione del bambino attraverso la danza, la capoeira, la musica, la moda e le arti visuali. L’arte rende visibile ciò che prima era invisibile: il bambino di strada alla società.
Quali sono le novità in programma per il 2011?
Sarà un anno impegnativo. Lo sviluppo si focalizzerà sulla diffusione in Italia della proposta pedagogica di Projeto Axé: l’obiettivo è trasferire i principi e la metodologia della “pedagogia del desiderio” a situazioni di vulnerabilità e disagio del nostro Paese; organizzeremo corsi di formazione, interscambi, seminari, magari tramite progetti in comune con altre organizzazioni italiane che si occupano di ArtEducazione. Altro obiettivo è stimolare, tramite l’esperienza di Projeto Axé, il grande potere dell’arte e della cultura nel reinserimento sociale. Infine, una novità importante interessa i volontari: abbiamo inaugurato un programma strutturato di volontariato, per coinvolgere le tante generose persone che nell’ultimo anno ci hanno dimostrato la loro disponibilità.
Tema risorse e fund raising: cosa ci può dire?
Abbiamo già avuto buone risposte; come supporter di Axé Italia abbiamo la Fondazione Alta Mane, che sostiene il nostro start-up, poi Conad, Poste Mobile, Fondazione Claudio Buziol ed altri generosi donatori istituzionali. La partecipazione al festival Umbria Jazz ci ha portato grandi benefici anche in termini di fund raising. Quest’anno stiamo valutando l’organizzazione di uno spettacolo con i ragazzi brasiliani in occasione delle celebrazioni dell'”anno di amicizia Italia-Brasile” e speriamo di poter contare sulla generosità di Fiorella Mannoia, artista straordinaria che ha donato la sua amicizia all’Axé. Puntiamo poi a iniziative di fidelizzazione dei partner attuali, all’intensificazione del dialogo con le imprese del sistema moda, nostri interlocutori privilegiati, e a un ampliamento del nostro target, che dalle imprese si allargherà a fondazioni ed istituzioni, anche europee. Infine, menzionerei la possibilità per Axé Italia di accedere finalmente nel 2011 ai fondi del 5 per mille.

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