Welfare

Auser, 20 anni dopo la Cgil ormai è lontana

L'associazione nata nell'89 oggi conta 300mila iscritti: «Il sindacato però non ha consapevolezza della nostra dimensione»

di Redazione

«La Cgil si ostina a pensare che l’Auser stia nel suo sistema di servizi». Ma, spiega il presidente Michele Mangano, «l’associazione ha la sua autonomia». E le sue battaglie: quella per una legge sull’impegno civile degli anziani e per tutelare l’identità del volontariato. Trecentomila iscritti, oltre 40mila volontari, circa 1.500 sedi in tutta Italia. Sono i numeri dell’Auser, fondata esattamente 20 anni fa dalla Cgil e dallo Spi.
Vita: Qual era la sfida nel 1989?
Michele Mangano: Allora il paradigma dell’intervento sindacale era la classe operaia. Si aveva meno attenzione alla società civile e al ruolo della cittadinanza attiva. L’intuizione di Mario Corsini, il primo presidente, fu quella di sperimentare l’auto organizzazione dei servizi per rispondere alle esigenze delle persone anziane. Ancora oggi, però, nel sindacato non si ha una piena consapevolezza della dimensione raggiunta dall’Auser. Ma una associazione non può identificarsi con i servizi di un sindacato. Tanto più che molte realtà indipendenti scelgono di affiliarsi all’Auser.
Vita: Che significato ha questa tendenza?
Mangano: Prima l’Auser poteva essere considerata soprattutto una realtà di volontariato, ora però a questo impegno affianca il lavoro di promozione sociale. Mi riferisco non solo alle attività del Filo d’argento, ma a quelle relative alla valorizzazione dei beni comuni, che poi spesso si trasformano in economia sociale, in cooperative nelle quale sono attivi anche i giovani. C’è un importante intreccio fra intervento volontario, attività di cooperazione sociale e impegno civico. Crea anche un nuovo rapporto intergenerazionale.
Vita: E la vostra proposta per il riconoscimento dell’impegno civile degli anziani?
Mangano: L’abbiamo presentata. Adesso vogliamo chiedere una interlocuzione con i partiti di maggioranza e opposizione. Nel frattempo la Regione Liguria sta per approvare una legge regionale in questo senso.
Vita: Quali sono le prossime prospettive dell’Auser?
Mangano: Vogliamo affermare l’idea della longevità come un bene da utilizzare come energia rinnovabile della società, sconfiggendo un luogo comune che guarda all’anziano come a un soggetto solo da assistere. E non invece un’energia da mettere a disposizione della società in cui si vive. Nello stesso tempo, però, sottolineiamo che sui temi dell’assistenza, del bisogno e della non autosufficienza c’è la necessità di sinergia fra tutti i soggetti: Stato, enti locali, famiglia, terzo settore.

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