Cultura
Aviano, chiusa la cinque giorni contro le armi nucleari
"Mai più Hiroshima! Mai più Nagasaki!" si è chiusa la cinque giorni ad Aviano
di Redazione
Si è chiusa a stamane ad Aviano la “cinque giorni” di iniziative voluta da “Beati i Costruttori di Pace” per chiedere, nel sessantesimo anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, la messa al bando delle armi nucleari.
Davanti ai cancelli della Base Usaf di Aviano oggi alle undici circa 200 persone hanno ricordato alle 11,02, in un silenzio interrotto solo dai rintocchi di una campana, lo sgancio della seconda bomba atomica sulla città di Nagasaki. Dopo la testimonianza di Seiko Ikeda, sopravvissuta alla prima esplosione atomica, è stato effettuato un collegamento telefonico proprio con la città di Nagasaki, dove si trovavano il sindaco di Udine e il sacerdote friulano don Pierlugi Piazza, che ha riaffermato la necessità della memoria.
Alla commemorazione davanti ai cancelli della base erano presenti anche sei rappresentanti di Enti locali con i loro gonfaloni.
All’iniziativa, organizzata da Beati i Costruttori di Pace, hanno aderito il coordinamento Veneto e Friuli Venezia Giulia di Emergency, le Acli di Pordenone, la Tavola della Pace eil Coordinamento enti Locali per la Pace della regione Friuli Venezia Giulia, nonchè l’assessore alla Cultura e alle Politiche di Pace della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonaz, che proprio ieri a Padova aveva confermato l’impegno dalla Regione Friuli Venezia Giulia per una fattiva politica di pace, orientata al disarmo nucleare sul proprio territorio.
“L’impegno degli Enti locali per il disarmo nei propri territori è stata la felice sopresa di questi giorni” commenta il presidente di Beati i Costruttori di Pace don Albino Bizzotto. Le iniziative di Ghedi, Padova e Aviano hanno visto in prima fila non solo gruppi e associazioni, ma anche tanti enti locali.
A partire dal Comune di Padova e da quelli bresciani. Davanti all’aeroporto militare di ghedi ha voluto essere presente con il proprio gonfalone anche il Comune di Firenze.
“Come è avvenuto con l’obiezione di coscienza dei singoli nei confronti del servizio militare – riflette don Bizzotto – così credo si apra adesso una stagione nella quale anche i responsabili di Enti locali, di fronte a illegalità gravi e permanenti degli Stati che costituiscono minaccia per le loro popolazioni e territori e per gli altri popoli, dovranno scegliere la strada dell’obiezione di coscienza istituzionale. Non ha senso garantire la sicurezza e la legalità a livello locali rimanendo senza alcuna possibilità di decidere sull’insicurezza totale e la violenza estrema che pongono le bombe atomiche su un territorio”.
Fra le adesioni giunte a queste iniziative, si possono ricordare quelle dei presidenti delle Regioni Trentino Alto Adige, Toscana, Piemonte e Lazio; dell’assessore alla Cooperazione, al Perdono e alla Riconciliazione dei popoli della Regione Toscana; delle Province di Milano e Cremona, del Presidente della Provincia di Macerata e degli assessori alla Pace delle Province di Gorizia e Biella; dei comuni di Padova, Firenze, Ghedi, Castenedolo, Montirone, Borgosatollo, Calcinato, Gallio, Fiorano Modenese, Solesino, Fiesole, Trebaseleghe, Trezzo sull’Adda, Piove di Sacco, Montebelluna, Curatrolo, Quarrata e Meolo; dei sindaci di Agrate Brianza e Alpignano, della Consulta della Pace Comune di Brescia e del Coordinamento nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.
Nonché di 45 realtà della società civile organizzata.
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