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Banca del clima: ecco di che cosa si tratta
Editoriali, a cura di Teresa Petrangolini
di Redazione
Fare il cittadino attivo significa non solo occuparsi degli altri, ma anche contribuire alla cura dei beni comuni e dell?interesse generale della collettività. Ad affermare questo principio è il nuovo articolo 118 della Costituzione italiana che invita tutte le pubbliche istituzioni a favorire l?autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, finalizzate, appunto, al conseguimento dell?interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà.
Ma cosa c?entra questo con il progetto Banca del clima, promosso da Wwf e da Cittadinanzattiva? C?entra moltissimo, in quanto ciò che si propone ai cittadini di fare, ossia controllare e ridurre i propri consumi energetici, serve sia a migliorare le condizioni climatiche del pianeta, sia a contribuire ad un uso più corretto delle fonti di energia nel nostro Paese. È un modo per fare i cittadini responsabili e per dimostrare che in Italia esistono grandi possibilità per coinvolgere i singoli e i gruppi in azioni con finalità ?pubbliche? e generali.
Il problema è però il seguente: in che modo le istituzioni possono favorire i cittadini che decidono di consumare in maniera consapevole? In fondo l?articolo 118 afferma che questi soggetti devono essere sostenuti, aiutati, favoriti, o almeno ringraziati. Sono pochissime invece le amministrazioni locali che incentivano tali comportamenti virtuosi.
È per questa ragione che Cittadinanzattiva sta studiando alcune modalità di collaborazione tra amministratori locali e cittadini per la riduzione degli effetti del gas serra. Ad esempio, perché non favorire fiscalmente i cittadini che dimostrano quantitativamente di aver contribuito alla riduzione dei consumi
energetici?
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