Famiglia
Bari: l’omelia del vescovo ai funerali di Eleonora
"Chi e' senza peccato scagli la prima pietra", ha detto Monsignor Francesca Cacucci. Un bambino: ''Eleonora, perdonaci per non averti visto, per non averti ascoltato, per non averti sfamato"
di Redazione
Il volto di Eleonora e’ di quelli che non si dimenticano: gli occhi grandi e scuri, i capelli neri, le guance rosa. La fotografia posata sulla piccola bara bianca la ritrae sorridente, come se la piccola, all’ eta’ di sedici mesi, stesse giocando con quegli animaletti di peluche che non ha avuto in vita ma solo oggi, perche’ alcune mamme li hanno adagiati accanto al feretro per i funerali: le esequie sono state celebrate nel pomeriggio nella chiesa della Nativita’ del rione Enziteto, alla presenza di un migliaio di persone e, tra gli altri, del ministro per le Pari Opportunita’, Stefania Prestigiacomo. ”Oggi ci sentiamo tutti un po’ sconfitti – ha detto il ministro – certamente qui c’ e’ una responsabilita’ precisa degli enti locali”. Eleonora non c’ e’ piu’ perche’ la mamma e il suo compagno, ora in carcere, l’ hanno lasciata morire di fame e di sete perche’ credevano che la piccola avesse il malocchio: per questo la maltrattavano e la costringevano a stare notte e giorno seduta in un passeggino rotto che le ha irrigidito le gambe e provocato profonde piaghe da decubito al fondo schiena e alle cosce. Nessuno si e’ accorto della sua sofferenza, molti hanno fatto finta di niente perche’ vivere nel rione Enziteto e’ gia’ una condanna: non ci sono negozi e mancano le caserme di vigili urbani e carabinieri. Manca cioe’ lo Stato. ”Ma – ha avvertito durante l’ omelia l’ arcivescovo di Bari, mons.Francesco Cacucci – state attenti perche’ e’ facile puntare il dito, e’ facile giudicare. Sono convinto che Gesu’ in questo momento direbbe: ‘Chi e’ senza peccato scagli la prima pietra”’. Il prelato non lo dice ma si riferisce alle durissime accuse che la polizia ha rivolto alla mamma della piccola e al suo convivente, all’ indifferenza della gente del quartiere che non ha mai denunciato quanto accadeva nel garage in cui viveva quella famiglia, e alla latitanza dei servizi sociali sull’ operato dei quali indaga ora la magistratura. ”E’ facile – dice Cacucci – che il clamore di questi giorni possa passare in fretta ma la sofferenza puo’ essere motivo di crescita, di pace e di amore”. Da qui l’ invito dell’ arcivescovo a fare in modo che ”il sacrificio di Eleonora e di tutti i bambini del mondo che vengono sepolti senza la minima attenzione, ci richiami ad un’ attenzione e ad una misericordia piu’ grande”. Un invito che un bambino di sette anni raccoglie subito e che, durante i funerali, si avvicina al microfono e dice: ”Eleonora, perdonaci per non averti visto, per non averti ascoltato, per non averti sfamato. Perdonaci per le torture inenarrabili che hai subito nel secolo del progressi”. Torture, indifferenza e mancanza di cibo e acqua hanno infatti causato la morte di Eleonora che da due mesi non veniva adeguatamente alimentata se non con piccole razioni di acqua e zucchero. Da quando era nata, invece, la mamma e il convivente non la sopportavano e la scuotevano ogni qualvolta la sentivano piangere.
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