Sociologo fra i più noti (e letti), Zygmunt Bauman ha dedicato gran parte delle proprie ricerche ai dilemmi e ai conflitti della modernità. Proprio su questi conflitti, esce ora per Bollati-Boringhieri Modernità e ambivalenza, fra i suoi libri più originali e attenti, che affronta il tema della differenza e della solidarietà mettendo in discussione la coppia amico-nemico, tanto in voga nel dibattito politico contemporaneo. Come fa in questa pagina dove smaschera un finto antagonismo della società di oggi.
Ci sono amici e nemici. E ci sono stranieri. Amici e nemici sono in opposizione reciproca. Gli uni sono la negazione degli altri, e viceversa. Ma ciò non è prova della loro condizione di parità. Come quasi tutte le altre opposizioni che regolano al tempo stesso il mondo in cui viviamo e la nostra vita nel mondo, anche questa è una variante dell’opposizione principale fra dentro e fuori. Il fuori è ciò che non è il dentro. I nemici negano la positività degli amici. I nemici sono amici imperfetti; sono la desolazione che viola l’intimità domestica degli amici, l’assenza che nega la loro presenza. (?)
Contro questo rassicurante antagonismo, contro questa conflittuale collusione tra amici e nemici, lo straniero si ribella. La “minaccia” che rappresenta desta più orrore di quella che possiamo temere dal nemico. Lo straniero non è un amico né un amico, smaschera l’opposizione tra amici e nemici, rendendo manifesta la sua natura di differenza che annulla tutte le differenze e pertanto non lascia nulla al di fuori di sé.
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