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Belle Arti: all’Accademia di Milano sfila la moda etica

I vestiti prodotti dagli studenti verranno distribuiti nelle botteghe del mercato equo-solidale

di Redazione

Milano 4 luglio 2008: è stato annunciato in occasione dell’evento sfilata di fine anno accademico di NABA, che alcuni capi realizzati dagli studenti per il corso di Moda Etica verranno messi in produzione e distribuiti nelle botteghe del mercato equo-solidale. Saranno inoltre presentati all’Ethical Fashion Show di Parigi dal 9 al 12 ottobre 2008 

Il corso di Moda Etica di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Milano si prefigge di formare designer attenti alle problematiche socio-economiche contemporanee attraverso una metodologia progettuale che, accettando la sfida tra etica ed estetica, prevede tre momenti: ricerca, sperimentazione e partecipazione.
Gli studenti del secondo anno del corso di Fashion and Textile Design coordinati dalla docente Patrizia Moschella hanno ragionato su tre grandi aree di sperimentazione, sostenibilità, re-designing e innovazione ecologica, lavorando sull’intero processo progettuale, dalla formulazione del concept alla progettazione dei modelli, dallo sviluppo del campionario fino alla comunicazione, confrontandosi con i partner operanti nel settore della moda etica.

Per le tre aree di sperimentazione sono stati scelti partner progettuali particolarmente sensibili a un investimento futuro attraverso la formazione di nuove generazioni di designer nel settore della moda etica.

SOSTENIBILITÀ: sostegno a progetti di emancipazione socioculturale attraverso la produzione e la vendita di prodotti di abbigliamento. Sono stati attivati progetti di solidarietà sia dedicando parte del ricavato al mantenimento di progetti di emancipazione socioeconomica sia implementando, attraverso uno scambio di competenze, produzioni locali che permettono di sostenere gruppi di lavoratori o categorie particolarmente disagiate.

•    COSE DELL’ALTRO MONDO/CRC INDIA: associazione italiana che dal 2004 crea, produce e distribuisce collezioni di moda nelle botteghe del consumo alternativo italiane, realizzate in partnership con l’associazione indiana CRC. Il suo fine è di sostenere la sopravvivenza di interi villaggi di artigiani tessili nella zona di Calcutta e Madras.

•    ROYAH: associazione di donne afgane che, attraverso la realizzazione e la vendita di collezioni di abbigliamento prodotto in Afghanistan, sostiene l’emancipazione economica e culturale di donne afflitte dalla guerra valorizzandone la ricchezza culturale tradizionale.

•    CTM ALTRO MERCATO: consorzio italiano di produttori impegnato nella promozione di un consumo sensibile alle problematiche contemporanee, attraverso la distribuzione di prodotti sostenibili ed ecologicamente testati. Ogni prodotto promosso da CTM rimanda a un mondo di valori, culture ed economie che rischiano di essere cancellati dai processi di globalizzazione.

INNOVAZIONE ECOLOGICA: studio dell’uso di materiali con qualità merceologiche o ottenute attraverso processi produttivi ecologicamente testati. I partner coinvolti si preoccupano di garantire che il prodotto finale sia frutto di scelte etiche che prevedono attenzione verso la riduzione di inquinamento ambientale.

•    MeDEA: marchio di moda italiano che produce in Bolivia dove sostiene gruppi di artigiani produttori di lane ad impatto zero sull’ecosistema. Si è sperimentato nella realizzazione di capi in Alpaca e con NABA ha sperimento un nuovo filato prodotto dalla lana di pecore, economicamente concorrenziale. 

RECYCLING: recupero di materiali altrimenti inutilizzati, scartati dal processo produttivo, rivisitati come materiale dedicato ad una nuova progettualità. Interessa recuperare scarti di taglio ma anche prodotti finiti, che hanno vissuto l’intero processo produttivo fino alla distribuzione e alla vendita (fondi di magazzini, o invenduti), intercettando anche grandi marchi da mescolare a brand sconosciuti. In questa area sono stati presentati due output produttivi:

a)    coo-branding: i prodotti finali frutto di un design capace di mescolare materiali/capi inutilizzati da diversi brand, fino alla creazione di un nuovo stile partecipato;
b)    total-design: i prodotti finali sano il risultato di uno studio attento a ridurre al minimo lo spreco, attraverso lo sfruttamento totale della materia disponibile.

Gli studenti inoltre hanno completamente rivisitato uno stock di abiti da sposa e sposo invenduti e altrimenti inutilizzati con soluzioni sorprendenti che ci invitano a riflettere sul nostro potenziale creativo di intervento sul passato anche recente.

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