Nella discussione attorno alla Finanziaria si inserisce anche il dibattito sulla vendita dei beni confiscati alla mafia. La manovra infatti prevede questa possibilità e oggi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, propone che vi sia una Agenzia ad hoc ad occuparsi, in tutta sicurezza, della cosa. “I beni immobiliari confiscati alla criminalità organizzata al giugno 2009 sono 8.933. Di questi -spiega Maroni- 5.407 hanno trovato una destinazione, gli altri non la trovano e sono inutilizzati. Nella Finanziaria si prevede la possibilità della vendita di questi beni. Si è detto che così si aiuta la mafia, non è così e non sarà così”.
Il titolare del Viminale ricorda che “il principio che un asset della mafia possa essere venduto è già presente nella legislazione vigente, limitatamente alla vendita delle aziende confiscate”. Una legge approvata “nel 2000 dal governo Amato”, un “principio che noiestendiamo agli immobili”. Questo, spiega il ministro, “non è uno stravolgimento dei sacri principi dell’antimafia perchè- per i ben aziendali la vendita è già prevista”.
La nuova norma inserita nella Finanziaria prevede che siano “i prefetti e le strutture dello Stato a gestire la vendita di questi immobili confiscati con la priorità che vengano destinati a scopi istituzionali e sociali” ma prevedendo tutte le precauzioni possibili affinchè, in mancanza di assegnazione a tali finalità, i beni rimessi in vendita “non tornino nelle mani delle famiglie mafiose”. Ed ecco, quindi, l’utilità di prevedere “un’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, come proposto anche da settori del centrosinistra, che possa utilizzare al meglio i beni confiscati”.
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