Non profit
Beni confiscati,l’assegnazioneva ancora a rilento
Sono 4mila gli immobili in lista d'attesa
di Redazione
Forse qualcosa è cambiato nella gestione dei beni confiscati alle mafie. La formula dei protocolli di intesa firmati tra Agenzia del Demanio ed enti locali ha di fatto velocizzato l’iter di destinazione degli immobili confiscati. Nel 2007 sono stati firmati quattro protocolli di intesa con i Comuni di Roma, Reggio Calabria, Bari e Palermo per un totale di 429 beni, di cui 303 destinati, a cui si sommano i 221 inseriti nell’accordo stipulato ad inizio 2008 con la Provincia di Reggio Calabria. Grazie proprio a questo nuovo tipo di modello gestionale, nel 2007 l’Agenzia ha destinato il maggior numero di immobili dal 2004; nello specifico 684 beni sui 4.205 finora assegnati nei tre anni di attività, di cui il 44% solo immobili inseriti nei quattro protocolli.
Un primo passo verso la soluzione delle croniche difficoltà di smaltimento del cosiddetto stock di immobili in mano all’Agenzia, che però non può far dimenticare che al 31 dicembre 2007 sono ancora quasi 4mila gli immobili in gestione e ancora da destinare. Al momento, secondo i dati del Demanio, solo il 18% dei beni è facilmente destinabile, il resto è gravato da diverse criticità come ipoteche, confische pro quota o procedimenti giudiziari che per ora sospendono il procedimento di assegnazione. A ciò si aggiunge forse uno dei più gravi problemi per il riutilizzo del patrimonio mafioso: la consegna dei cespiti, già assegnati alle associazioni, cooperative o agli stessi enti. Dei 4.205 beni destinati, infatti, oltre il 10% non risulta ancora consegnato spesso a causa delle occupazioni ancora in atto da parte di terzi o degli stessi prevenuti.
Come risolvere queste problematiche? Sembra ormai un ricordo quel disegno di legge Lumia per la costituzione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. Oggi l’unica soluzione potrebbe essere la legge delega al governo dell’ottobre 2007 sulle misure di contrasto alla criminalità organizzata che prevedeva, con l’avvenuta confisca, la perdita dei diritti reali o personali sul bene e la sospensione di ogni procedura e azione esecutiva. In poche parole, nel momento dell’assunzione in possesso da parte del Demanio, il bene sarebbe stato acquisito libero da ogni gravame, a meno di richieste motivate dai creditori. Una rivoluzione, che oggi sembra però essere stata dimenticata nella bagarre elettorale.
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