Mondo
Berlusconi da Obama. Cosa c’è in agenda
Oggi l'incontro con il presidente Usa. Afghanistan e Guantanamo tra i temi
di Redazione

Berlusconi a casa di Obama. Alle 17,15 americane (22,15 italiane) ci sarà il primo incontro con la stampa nello Studio Ovale, prima di lasciare il 1600 di Pennsylvania Avenue e recarsi al Campidoglio, per un incontro con la speaker del Congresso, Nancy Pelosi. Il vertice si tiene a poche ore dalla partenza di Gheddafi da Roma.
Sui colloqui, secondo Palazzo Chigi, la lunga visita italiana del leader libico (e le inevitabili polemiche che alcune frasi del colonnello hanno sollevato) non inciderà minimamente. Non cambierà il calendario dei colloqui e non ci sarà la necessità di chiarire alcunché con un faccia faccia tra i due presidenti, si sottolinea, visto che da parte Usa non c’e’ stata “nessuna irritazione” per l’accoglienza tributata al leader libico dal nostro paese. Dunque il protocollo saraà rispettato e l’incontro avverrà secondo la consueta formula che vede al tavolo la presenza delle due delegazioni.
Il premier italiano è il secondo leader europeo invitato alla Casa Bianca dopo il britannico Gordon Brown. Una nota di palazzo Chigi sottolinea come le relazioni tra i due paesi siano solide, e anche se la nuova amministrazione e’ ancora impegnata nel suo processo di insediamento, il nuovo corso è improntato ad un forte pragmatismo: »C’è il comune interesse – si sottolinea – a lavorare insieme, soprattutto affinché il G8 sia un successo». Il vertice dell’Aquila dunque sarà il piatto forte dell’incontro e saranno toccati i punti che tradizionalmente caratterizzano il consesso degli Otto grandi: dal clima (considerati i nuovi accenti dell’amministrazione democratica sui cambiamenti climatici) alla crisi economica, dai temi della salute all’alimentazione fino alle misure da intraprendere per aiutare i paesi piu’ poveri, alcuni dei quali saranno invitati alla tavola dei big.
Come anticipa il Corriere della Sera questa mattina Berlusconi porta a Obama la proposta di un rafforzamento temporaneo del contingente italiano in Afghanistan che porterebbe a impiegare sino a 500 militari in più. La disponibilità ad entrare in azione immediatamente, a richiesta del comando delle operazioni, e non più con le tradizionali 6 ore di preavviso: un’operatività in tempo reale che cambierebbe il volto del nostro impegno, come da tempo chiedono gli americani.
Sul tavolo anche la questione Guatanamo la prigione che Obama, in segno di discontinuità con l’amministrazione Bush, intende chiudere. Il governo italiano ha già dichiarato di essere disposto a prendere in carico alcuni di quei detenuti. L’Italia porebbe accettare sino a 5 o 6 ex detenuti assoggettandoli, ma anche questo è ancora in discussione, ad un regime speciale. Una sorta di ibrido fra il regime di libertà vigilata (con obbligo giornaliero di firma) e la protezione per soggetti a rischio.
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