Famiglia

Bertinotti: il discorso di insediamento

E' una necessita' storica valorizzare il ruolo del Parlamento per scongiurare il rischio di un distacco del paese reale delle istituzioni. Lo sottolinea piu' volte Fausto Bertinotti nel suo discors

di Redazione

E’ una necessita’ storica valorizzare il ruolo del Parlamento per scongiurare il rischio di un distacco del paese reale delle istituzioni. Lo sottolinea piu’ volte Fausto Bertinotti nel suo discorso di insediamento come presidente della Camera. Sono un uomo di parte, si racconta, che non teme il conflitto politico ma che crede nel dialogo e che ritiene necessario per ”progettare il futuro del Paese” andare alle ”radici piu’ profonde delle nostre culture”. Un discorso, iniziato a braccio proprio per sottolineare il ”senso di apertura” che intende dare alla sua presidenza, che cita l’azionista Piero Calamandrei, uno dei padri della Costituzione, e Don Milani; che rivendica due date fondamentali della nostra storia recente, il 25 aprile (”la radice della nostra Repubblica”) e il primo maggio; che punta sulla scuola per la costruzione di una nuova convivenza; che parla della fatica di vivere e dell’incertezza del futuro; che sottolinea come vada rielaborato il concetto di laicita’ per farne l’orizzonte di una nuova convivenza. Un discorso che lascia tiepida l’opposizione di centrodestra che applaude solo il passaggio sul Capo dello Stato e i ringraziamenti al predecessore Casini. Unanime e caloroso invece l’applauso per i caduti di Nassiriya.
– VALORIZZARE RUOLO DEL PARLAMENTO – E’ il primo compito che tocca a tutti noi, afferma Bertinotti. ”Si tratta di una necessita’ storica in questi nostri tempi difficili, di un passaggio impegnativo per la democrazia”. Il rischio, sottolinea, e’ quello di un ”distacco del paese reale dalle istituzioni, di una separazione della vita degli uomini e delle donne dalla politica, che una parte della societa’, quella piu’ debole, quella piu’ spogliata, venga trascinata fuori dal quadro della politica”. Il suo obiettivo e’ quello di una assemblea ”che parli a tutto il Paese il linguaggio della convivenza anche oltre la politica, la convivenza come valorizzazione delle differenze”.
– LA SCUOLA E LA LEZIONE DI DON MILANI – ”Vogliamo contare sulla scuola come una parte fondamentale della costruzione di una nuova convivenza”, sottolinea il neo presidente, che definisce il lavoro degli insegnanti ”prezioso”, un ”patrimonio con cui lavorare a sconfiggere la peggiore delle selezioni di classe che puo’ colpire nella giovane eta’ i ragazzi spingendoli all’esclusione”. E cita ”la lezione di una grande coscienza civile e di un riformatore di questo paese che tanto ci ha insegnato, Don Lorenzo Milani”. ”Una lezione – aggiunge – in cui vorrei tutti ci riconoscessimo”.
– VIVERE INSIEME, VALORIZZARE LE DIFFERENZE – ”Vorrei che potessimo vivere insieme nella diversita’ delle posizioni politiche”. La convivenza per il neo presidente e’ anche ”valorizzazione delle differenze” da non negare, anzi, da riconoscere, diversita’ etniche, di generazione, di fede.
– LA LAICITA’ – ”Non e’ solo una eredita’ del passato e non e’ neppure solo la pur necessaria e condivisibile difesa dell’autonomia del legislatore. La laicita’ chiede una sua rielaborazione per farne l’orizzonte di una nuova convivenza”.
– ANDARE ALLE RADICI PER COSTRUIRE IL FUTURO – Si puo’ progettare il futuro nonostante dissensi radicali ”se sapremo andare alle radici piu’ profonde del nostro popolo e delle nostre culture”.
– PRECARIETA’ MALE TERRIBILE – Se entrando in Aula gia’ da neopresidente Bertinotti dedica la sua elezione agli ”operai”, nel discorso di insediamento parla della ”svalutazione sociale” del lavoro, alla fine del quale ”e’ spuntata drammaticamente la precarieta’ come il male piu’ terribile del nostro tempo”. Un male ”intollerabile”.
– 25 APRILE, MARZABOTTO – Anche li’ a Marzabotto, teatro di una delle rappresaglie piu’ feroci dell’ultima guerra, ”e’ nata la nostra Costituzione, e la sua irriducibile scelta di pace”.
– CALAMANDREI E I PARTIGIANI – Bertinotti chiude il suo discorso con una lunga citazione di Piero Calamandrei che invitava i giovani ad andare in pellegrinaggio nei luoghi dove e’ nata la Costituzione, in quei luoghi dove caddero i partigiani.

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