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Bicocca, una lezione in prima persona

La tournée di Steccato nelle università dà un segnale molto forte. Parola di prof

di Redazione

Per gli studenti di Scienze dell’educazione all’Università Milano-Bicocca l’incontro con Gianpiero Steccato è stata un’esperienza forte. «Per gli educatori è essenziale vivere in prima persona il processo di apprendimento che dalle emozioni arriva al pensiero, e noi abbiamo usato questa esperienza proprio in questo modo. Poi, a livello di contenuti, è stato importante affrontare il discorso sulle rappresentazioni sociali rispetto alla disabilità e agli atteggiamenti con cui guardare persone che sembrano molto diverse da noi, e capire cosa vuol dire entrare in relazione con loro», spiega Cristina Palmieri, docente di Didattica. Per gli studenti l’impatto emotivo è stato forte. Se qualcuno ha ammesso di sentirsi molto imbarazzato, tutti si sono lasciati coinvolgere nella realizzazione di un video con lavori artistici pensati per raccontare l’incontro. Alcuni ragazzi hanno scritto poesie, altri dei cartelloni per spiegare che tutti noi ci possiamo spezzare e dividere in tanti pezzi, e quindi che se esistono tante modalità di essere “distorti” forse è necessario uno sforzo più generale per poterli ricomporre. Altri ancora hanno realizzato delle miniperformance teatrali, rappresentando sulla scena cosa vuol dire secondo loro essere bloccati in un corpo fermo, immobile. Infine, qualcuno ha pensato di coinvolgere tutti in una piccola sperimentazione: chiudere gli occhi e ricreare per qualche minuto le condizioni in vive Gianpiero Steccato. Con una serie di frasi e di riflessioni in sottofondo.
«Lavori meravigliosi, intensi, fatti con sensibilità e voglia di approfondire. Vederli è stata una vera emozione», conclude Cristina Palmieri, «e secondo me il successo di questa lezione così particolare, con l’Aula Magna piena di gente, significa che c’è un’enorme esigenza di sentir parlare di queste cose. È un segnale molto importante da cogliere, soprattutto di questi tempi». [Marina Moioli]

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