Non profit
Bilancio sociale, ecco perché è uno strumento per puntare all’eccellenza
L'analisi del presidente di Federsolidarietà
di Redazione
Redigere il bilancio sociale, oltre che una forma di completamento della responsabilità che le cooperative sociali si assumono per “onorare” il principio della mutualità allargata, è anche un vantaggio precompetitivo, per una serie di ragioni: le nostre cooperative sociali sono imprese di comunità che devono non solo dialogare con una serie di attori del territorio (utenti, altre organizzazioni non profit, amministrazioni pubbliche) ma, per essere autenticamente multistakeholder, devono anche coinvolgerli in un percorso partecipato.
Il sistema imprenditoriale di Federsolidarietà agisce in una dimensione economica finalizzata a produrre valore aggiunto comunitario, per accrescere il capitale sociale del territorio e per promuovere sviluppo economico accanto alla crescita delle forme di partecipazione diretta dei cittadini all’economia. Per le cooperative sociali dunque non basta il bilancio di esercizio. In quale voce di bilancio si potrebbe mettere a “capitale” l’attenzione ad una “misurazione” della propria funzione pubblica? Oppure l’abbattimento dei costi assistenziali quando una cooperativa sociale crea le condizioni per l’occupazione stabile di lavoratori svantaggiati? Se per un’impresa ordinaria la finalità è il profitto e le ripercussioni sul piano sociale delle sue attività sono degli “effetti collaterali” – che pure le aziende stanno prendendo sempre più in considerazione, come dimostra il dibattito sulla responsabilità sociale – per noi la situazione si ribalta: la tenuta dei conti è una delle indispensabili condizioni per raggiungere il nostro fine di essere utili alla comunità in cui operiamo, non la sola e sufficiente!
Federsolidarietà, fra l’altro, negli ultimi tempi ha ulteriormente sviluppato la piattaforma online per la redazione gratuita, per le proprie aderenti, del bilancio sociale. Si tratta di uno strumento innovativo che stiamo ulteriormente affinando sulla base dei primi due anni di lavoro, alla fine dei quali possiamo contare su oltre 1.500 bilanci sociali caricati nel sistema. La piattaforma tiene conto delle linee guida predisposte dall’Agenzia per le onlus nei decreti applicativi della disciplina dell’impresa sociale. Ma soprattutto il progetto ha potuto portare a maturazione vent’anni di esperienza di rendicontazione sociale all’interno del nostro sistema. Il bilancio sociale però deve essere inteso come “processo”, “sistema” e solo alla fine come “documento”; il documento è infatti solo l’esito di un percorso.
La cooperativa sociale che si ispira alla logica dell’eccellenza nella gestione della propria attività, può avvalersi di diversi strumenti (pianificazione strategica, monitoraggio, certificazione di qualità, bilancio sociale) volti a garantire, pianificare, monitorare e comunicare la creazione del valore in un’ottica pluridimensionale. Il bilancio sociale, svolgendo la funzione di strumento volto a monitorare i risultati e gli effetti dell’attività svolta dall’organizzazione, utilizza, laddove vi siano, i dati derivanti sia dal sistema di pianificazione e controllo delle prestazioni (es. programmazioni annuali o periodiche), sia da sistemi di valutazione degli effetti sui beneficiari del servizio dell’attività dell’organizzazione (es. sistema qualità).
Il bilancio sociale, tuttavia, non si limita a recepire passivamente i dati derivanti da tali sistemi poiché li riordina e li organizza. In questo modo svolge anche la funzione di orientare lo sviluppo dei sistemi di controllo delle prestazioni e di valutazione degli effetti in una direzione sempre più coerente rispetto alla natura e alle finalità dell’organizzazione.
Di fronte alla crisi questo percorso è indispensabile. Non possiamo infatti dimenticare che questa crisi è anche e soprattutto una crisi di fiducia e di valori che come rischio collaterale ha l’impoverimento delle relazioni umane e la spoliazione dei capitali sociali dopo aver dissipato quelli finanziari!
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