Dal primo giorno in cui ha lasciato la Casa Bianca Bill Clinton sta coltivando un sogno: diventare segretario generale delle Nazioni Unite. E quattro anni fa, quando all’inzio del 2001 l’ex presidente democratico confessava le sue aspirazioni ad un collaboratore, l’idea poteva sembrare l’irrealistica ambizione di un politico di razza di diventare – dopo raggiunto il top della scala politica americana, e quindi l’incarico piu’ potente del mondo – ”il presidente del mondo”. In un articolo pubblicato dal Washington Post e riproposto da Adnkronos, il quotidiano americano cita ”diversi amici che hanno parlato della questione con il presidente negli ultimi mesi”. Secondo il Washington Post, Clinton ”considera il suo sogno di guidare il Palazzo di Vetro come qualcosa di piu’ di una mera fantasia e di meno di una prospettiva concreta”. Senza contare che proprio in questi mesi Clinton e’ riusciuto a far fruttare l’enorme capitale di simpatia accumulato in giro per il mondo durante gli otto anni di presidenza, diventando sempre piu’ una figura internazionale. Il pensiero va subito al recente incarico di inviato speciale di Kofi Annan per i programmi di aiuti nelle zone colpite dallo tsunami. Ma anche all’appuntamento a cui sta lavorando la sua fondazione, cioe’ la prima Clinton Global Initiative, un summit di leader e personalita’ internazionali che si terra’ il prossimo settembre a New York – non a caso quando al Palazzo di Vetro di riunisce la sessione dell’Assemblea Generale – sul modello del Forum di Davos.
Il summit di Clinton – al quale hanno gia’ dato la loro adesione l’amico Tony Blair, re Abdullah di Giordania, Annan, il governatore della California Arnold Schwarzenegger ed il tycoon Rupert Murdoch, proprietario di tv e giornali che hanno attaccato senza sosta l’ex presidente quando era alla Casa Bianca – si ripromette di essere piu’ concentrato sui risultati del Forum svizzero. ”Sto dicendo alle persone di non venire se non sono pronti ad impegnarsi a fare veramente qualcosa quando torneranno a casa” ha spiegato Clinton illustrando una piattaforma che comprende la lotta alla poverta’, la prevenzione dei conflitti religiosi e la tutela dell’ambiente. I commentatori americani non sfuggono le differenze di approccio con Jimmy Carter, l’altro ex presidente democratico che grazie a decenni di lavoro lontano dai riflettori in favore della democrazia nel mondo, e alla sua opposizione alla guerra in Iraq, ha conquistato nel 2002 il Nobel per la Pace. L’approccio di Clinton e’ sicuramente piu’ glamour: 22 nazioni visitate – nonostante i problemi di cuore che l’hanno costretto lo scorso autunno al forzato riposo – ed incontri con oltre 30 leader internazionali. E la sua fondazione ha gia’ ottenuto un importante risultato, negoziando un accordo con le case farmaceutiche per facilitare la diffusione degli anti-virali contro l’Aids nei paesi poveri.
Tornando al sogno di guidare il Palazzo di Vetro, rimane aperta la questione se un ex presidente americano possa ambire all’incarico – una volta che scadra’ il mandato di Annan nel 2006 – in un momento in cui la politica di George Bush ha proiettato l’immagine di un’America arrogante e che non permette ai dissensi, anche provenienti dagli alleati, di fermare azioni, anche unilaterali e preventive, tese alla propria sicurezza. Con un presidente che sta facendo ferro e fuoco al Congresso per mandare a rappresentarlo all’Onu un neocon di ferro come John Bolton per il quale la voce delle Nazioni Unite e’ utile solo quando e’ consonante con quella di Washington. Certo e’ che Clinton e’ il simbolo di una filosofia opposta, di una America che fonda la sua forza sulla moral suasion e le alleanze. Ed anche se in pubblico l’ex presidente non ha mai fatto mancare al suo successore il sostegno per l’Iraq, e non ha risparmiato bacchettate ai democratici che si sono opposti con troppo vigore, Clinton non ha risparmiato velate critiche all’unilateralismo del repubblicano. ”Non possiamo relazionarci al resto del mondo solo attraverso un prisma negativo – ha detto in un suo recente discorso – perche’? perche’ viviamo in un mondo in cui non puoi uccidere, mettere in prigione o occupare tutti i tuoi nemici. Allora bisogna fare un mondo in cui hai molti amici e pochi nemici, dove fai sempre nuovi alleati”.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.