Non profit

BIOLOGICO. Accordo Scajola e Federbio per l’intenazionalizzazione del settore

L'accordo si pone come obiettivo di favorire l'internazionalizzazione delle oltre 50mila imprese italiane, operanti nel biologico

di Redazione

«Il prodotto biologico è ulteriore garanzia di salubrità per il consumatore nell’ambito dell’agroalimentare italiano». Con queste parole il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola ha spiegato la firma dell’Accordo di settore con FederBio, l’Associazione nazionale più rappresentativa di tutti i soggetti ed operatori della filiera. «L’Italia infatti è leader in Europa per numero di aziende ed estensione delle aree bio. Rilevante è il contributo aggiuntivo che può dare il settore bio alle esportazioni agroalimentari, che si pongonono in funzione anticiclica. Mentre le esportazioni totali dell’Italia verso la Ue nello scorso gennaio sono diminuite del 22,9% rispetto ad un anno prima, le esportazioni di prodotti alimentari sono aumentate dell’1,1%. Dato importante perché il settore bio esporta il 4% del fatturato».
L’accordo si pone come obiettivo di favorire l’internazionalizzazione delle oltre 50.000 imprese italiane, operanti nel settore. L’agricoltura biologica italiana ha un ruolo di leader in Europa per numero di operatori (50.275, di cui 45.224 produttori, 4841 preparatori e 211 importatori esclusivi) e per superfici convertite in biologico ed è al quinto posto nel mondo in termini assoluti di superficie, dopo Australia, Cina, Argentina e Stati Uniti. La rilevanza del progetto è accresciuta dalla dislocazione delle aziende di produzione biologica localizzate per il 42% nel Sud Italia, mentre le imprese di trasformazione e di importazione sono concentrate per l’80% nel triangolo Emilia Romagna, Veneto e Lombardia.
Settori produttivi principali sono: foraggi e cereali, prati e pascoli (70% superfice totale) e le coltivazioni arbore (olio, ortaggi, vite, agrumi, frutta) e le colture industriali.

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