Non profit

Biosimilari, questi sconosciuti

Il primo sondaggio nazionale sui pazienti oncologici svela che il 52% non ne ha mai sentito parlare

di Redazione

Per i pazienti oncologici italiani i farmaci biosimilari sono ancora una grande incognita. I medicinali simili ma non uguali all’originale biotech, infatti, pur essendo già una realtà nella pratica clinica, restano un’incognita per un malato di tumore su due: il 52% non ne ha mai sentito parlare. Sei pazienti su 10, inoltre, non sanno dire se queste molecole siano già disponibili in Italia e il 46% ignora i possibili effetti collaterali. In mancanza di informazioni certe, solo il 15% sarebbe però dispostoa cambiare il farmaco biologico che assume con una “copia” se il medico glielo proponesse e appena l’8% ritiene il minor costo un motivo valido per sostituire la propria terapia.

Sono i risultati del primo sondaggio nazionale sui pazienti promosso dalla Fondazione dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), in collaborazione con la Società italiana di Nefrologia (Sin), la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e l’Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici (Aimac), condotto nel giugno 2010 e presentato oggi a Roma.

Dall’indagine, che ha coinvolto in totale 356 pazienti, emerge inoltre che 9 malati su 10 ritengono utile che venga indicato chiaramente sulle confezioni e sulle ricette che si tratta di un farmaco biosimilare e non del prodotto originale. «I pazienti – ha detto Francesco De Lorenzo, presidente Favo e Aimac – esigono risposte e si stanno documentando». A domanda diretta, infatti, «oggi il 54% sa che i farmaci biosimilari non sono copie esatte degli “originator” come i generici, il 60% crede che duplicare un biologico non sia come replicare una molecola chimica e il 40% è consapevole che questi prodotti sono sotto stretta sorveglianza per la sicurezza. Il punto critico per noi non è biosimilari sì o biosimilari no: i malati pretendono norme chiare dal Parlamento, linee guida dalle società scientifiche e sorveglianza da parte dei clinici per avere sempre farmaci efficaci, sicuri e possibilmente più economici».

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