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Birmania: giunta militare minaccia rappresaglie

I monaci buddisti guidano la rivolta contro il potere birmano. Centinaia di migliaia di persone scese in strada. Bush preme per nuove sanzioni Onu

di Redazione

Rischia di acuirsi la crisi in Myanmar. La giunta militare al potere ha minacciato di “prendere provvedimenti” contro i monaci buddisti che da giorni stanno manifestando in tutto il Paese Secondo quanto riportato dalla televisione di Stato il ministro per gli Affari religiosi, il generale Thura Myint Maung, si e’ incontrato con alcuni leader religiosi per avvertirli che “se i monaci vanno contro le regole e e le norme dell’insegnamento buddista prenderemo provvedimenti secondo le leggi esistenti”.

Sono centinaia di migliaia le persone scese in strada, la meta’ delle quali monaci buddhisti, gli altri in gran parte studenti, per un totale superiore alle trecentomila unita’. Nella vecchia capitale Yangon, gia’ Rangoon, se ne sono contate almeno centomila stando a testimoni oculari, il doppio secondo l’agenzia di stampa on line ‘Mizzima News’, creata da dissidenti in esilio; altre centoventimila a Mandalay, seconda citta’ piu’ importante dell’ex Birmania, e di nuovo centomila a Pakokku, nel centro del Paese.

Intanto, da Washington il presidente Usa George W. Bush fa sapere che annuncerà ulteriori sanzioni contro il Myanmar in un discorso alle Nazioni Unite. Lo ha detto ieri un funzionario della Casa Bianca.

“(Bush)Annuncerà che ci saranno sanzioni aggiuntive verso membri chiave del regime e a chi fornisce a loro finanziamenti”, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Stephen Hadley. Bush è arrivato a New York per partecipare all’Assemblea generale Onu e parlerà oggi.

“(Il presidente) Annuncerà che ci sarà un divieto di visto per individui precisi attivi nel regime e le loro famiglie”.

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