Mondo

Bolivia, legge idrocarburi: tregua delle proteste per Corpus Domini

Le proteste riguardano il problema della gestione delle risorse energetiche nazionali (Gas e petrolio)

di Redazione

La Paz e la vicina citta’ di El Alto si sono svegliate oggi nella calma dopo che i leader delle proteste contadini e sindacali in atto da giorni hanno deciso una tregua alle manifestazioni per rispetto alla festa del Corpus Domini. La sospensione e’ stata decisa dopo una giornata di scontri e dopo il pronunciamento di due colonnelli che hanno prospettato una rottura del sistema democratico, respinta pero’ da tutti i settori del governo e dell’opposizione. Migliaia di contadini, militanti sindacali e membri di organizzazioni sociali o di categoria resteranno nella capitale in attesa della ripresa, martedi’, dei lavori del Congresso, che deve esaminare la convocazione di una Assemblea costituente per risolvere da una parte il problema della gestione delle risorse energetiche nazionali (Gas e petrolio) e dall’altra le minacce di separatismo provenienti dalla regione industriale del sud. A questo riguardo il leader del Movimento al socialismo (Mas), Evo Morales, ha avvertito che all’inizio della prossima settimana giungeranno a La Paz altri manifestanti per esercitare pressioni sui parlamentari affinche’ modifichino la Legge sugli idrocarburi e varino la Costituente. Intanto oggi la stampa da’ ampio risalto al rigetto dell’ipotesi di intervento militare nella crisi boliviana, ed alle preoccupazioni delle 12 multinazionali del settore energetico operanti in Bolivia. In particolare il quotidiano ‘La prensa’ sostiene, per bocca del ministro delle miniere e dell’energia boliviano, Dilma Rousseff, che ”la brasiliana Petrobras (che controlla il 40% delle riserve nazionali) valuta fra le possibilita’ anche lo scenario di una possibile nazionalizzazione dei pozzi”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.