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Brasile: no a impeachment di Lula
Così il presidente del Supremo tribunale federale ha messo in guardia i partiti politici di governo e opposizione dai gravi rischi per la governabilità del Brasile
di Redazione
Il presidente del Supremo tribunale federale (Stf, corrispondente alla Corte costituzionale italiana) ha messo in guardia rappresentanti dei partiti politici di governo e opposizione dai gravi rischi che il possibile impeachment del presidente Lula comporterebbe per il sistema politico e la governabilita’ in Brasile. Nelson Jobim, ex ministro della Giustizia del governo di Fernando Henrique Cardoso e attuale presidente del Stf, si e’ visto con il presidente del Senato, Renan Calheiros, il presidente del Partido dos Trabalhadores (PT), Tarso Genro, e i principali dirigenti dei partiti. Secondo Jobim, un’eventuale interruzione del mandato del presidente provocherebbe una ”radicalizzazione politica nella societa’, a causa della popolarita’ e del carisma di Lula”, nonostante le denunce e le accuse di corruzione emerse nelle ultime settimane contro il governo e il PT. Secondo Jobim, il Brasile potrebbe risultare ”ingovernabile per dieci anni” se l’opposizione riuscisse a far cadere il presidente. ”Nessuno puo’ impedire che il presidente della Repubblica sia giudicato dal popolo – ha detto Jobim in una dichiarazione riportata dal quotidiano O Globo – Se dovesse avvenire, chi sara’ eletto dopo di lui non avra’ le condizioni obiettive per governare il Paese. La governabilita’ ne risulterebbe gravemente compromessa”. Jobim ha inoltre avvertito che ne’ la Camera dei deputati, che in caso di impeachment avrebbe la funzione dell’accusa, ne’ il Senato, che giudicherebbe il presidente, ”hanno oggi le condizioni politiche per portare avanti il procedimento”. L’eventuale procedimento di impeachment di Lula potrebbe avvenire solo, secondo il presidente della Corte costituzionale brasiliana, se tutti i parlamentari sotto inchiesta (almeno una trentina) fossero a loro volta giudicati e prosciolti oppure si dimettessero. Solo cosi’, ha concluso Jobim, esisterebbero le condizioni obiettive, legali (secondo la Costituzione), politiche e morali (di fronte alla popolazione) per valutare serenamente le responsabilita’ del Presidente della Repubblica.
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