Mondo

Campus Italo-cinese a Shanghai

Diventa operativa l'Università "Campus Italo-Cinese"

di Redazione

All’iniziativa dell’Università “Campus Italo-Cinese” partecipano attivamente il Politecnico di
Milano, il Politecnico di Torino e l’Università Tongji di Shangai, per quanto riguarda il Polo
di Ingegneria, e le Università Bocconi, Luiss e Fudan di Shangai, per quanto riguarda il
Polo di Economia. Inoltre hanno assicurato il loro sostegno al progetto, che sarà coordinato
da un’apposita Fondazione, importanti aziende italiane come Finmeccanica, Telecom,
Merloni, Fondazione Cariplo, Banca Popolare di Milano, Unicredit, Banca Intesa, Fiat,
Mediaset, Fondazione Banca del Monte di Lombardia.

“Creare nuove forme di collaborazione e incentivare la mobilità di ricercatori e manager tra
Italia e Cina”, ha aggiunto Letizia Moratti, “può dunque rappresentare la chiave per
favorire anche nuove forme di alleanza economica e imprenditoriale tra i due Paesi, con
indubbie ricadute positive per il sistema delle imprese italiane. Ricordo inoltre che, nel
corso del mio viaggio in Cina, sono stati firmati anche altri importanti Protocolli d’intesa:
uno con il Ministero dell’Istruzione, sull’equivalenza e il riconoscimento dei titoli,
presupposto per una mobilità di studenti e ricercatori; un secondo Memorandum d’intesa
con il Ministero della Ricerca; un terzo con l’Accademia sinica delle Scienze, oltre a specifici
programmi tecnici di collaborazione tra Università ed Enti di ricerca italiani e cinesi.

I settori della ricerca e della formazione rappresentano pertanto due aree di collaborazione
che si configurano come un volano ed una leva straordinaria per aprire la strada anche a
forme di scambi a livello industriale. Questa strada sta già dando i suoi frutti, come
confermano i dati sugli scambi tra i due Paesi: nel corso dell’ultimo anno le esportazioni
italiane verso la Cina sono infatti cresciute del 27% e l’interscambio ha registrato un
+33%. Inoltre, sono 500 le imprese italiane presenti in Cina e il nostro Paese si colloca al
terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia, per gli scambi con la Cina. Il trend
insomma è in forte crescita, così come l’interesse della Cina nei nostri confronti”.

“A sostegno dello sforzo che le nostre imprese fanno per penetrare il mercato cinese”, ha
osservato ancora il Ministro Moratti, “la formazione di una classe dirigente e manageriale
che conosca bene questi mercati diventa strumento fondamentale e ci permette di puntare
a sviluppare anche nuovi investimenti in Italia da parte cinese. Dobbiamo infatti preparare
i nostri giovani ad operare in Cina, attraverso una formazione mirata, ma anche attrarre
studenti cinesi che, formandosi e studiando in Italia, rappresenteranno una “cerniera” con
il Paese di origine”.
“La sfida del colosso asiatico è complessa, e talora ha richiesto anche l’adozione di misure
difensive”, ha concluso Letizia Moratti, “ma siamo certi che vada governata mirando allo
sviluppo della cooperazione”.

Ecco le principali caratteristiche dell’Università “Campus Italo-Cinese” L’Università Italo-
Cinese (Chinese-Italian Joint Campus) è stata concepita come un sistema distribuito,
composto da diversi Poli, ciascuno corrispondente ad un’area di formazione universitaria. I
Poli sono collocati presso Università cinesi che vengono considerate eccellenti nello
specifico settore e con esse collaboreranno Università italiane che godono della stessa
reputazione.
Le prime due aree d’intervento sono quelle dell’ingegneria e dell’economia e management.
La localizzazione dei due Poli è quella della Fudan University per l’Economia e della Tongji
University per l’Ingegneria. Entrambe sono, nei campi considerati, ai primi posti nella
graduatoria delle Università cinesi ed entrambe si trovano a Shanghai, come richiesto dalla
Parte italiana, per la grande concentrazione in quest’area di aziende italiane.
Nel caso specifico dell’Università Italo-Cinese, inoltre, i giovani che verranno ammessi ai
nuovi programmi avranno già dovuto dimostrare, negli studi precedenti, delle capacità
superiori alla media. Le Università Fudan e Tongji hanno già potuto scegliere i migliori
studenti che hanno superato l’esame nazionale di ammissione all’Università (Gao Kao). Tra
questi verrà poi operata una ulteriore selezione.
Nell’Area dell’Ingegneria vengono attivati due corsi di Bachelor (Laurea italiana e Xueshi
cinese), il primo in Ingegneria dell’Informazione e il secondo in Ingegneria Meccanica e
della Produzione, con doppio titolo. La durata del corso è di 4 anni per i cinesi, che entrano
in Università con un anno di anticipo e di 3 anni per gli italiani. Il 1° anno viene svolto in
Cina, in cinese, con docenti cinesi e solo per studenti cinesi. Il 2° e 3° anno viene svolto in
Cina. I corsi sono tenuti in inglese da docenti italiani e cinesi, con obbligo dello studio
dell’italiano per i cinesi e del cinese per gli italiani. Il 4° anno viene svolto da tutti gli
studenti in Italia (a Milano o a Torino), in italiano, assieme agli altri studenti italiani.
Gli studenti italiani svolgono un primo anno in Italia e si ricongiungono agli studenti cinesi
quando questi finiscono il 2° anno. Una volta ottenuta la laurea, gli studenti italiani che
vogliono avere la Xueshi della Tongji devono frequentare un ulteriore periodo di 6 mesi
presso questa Università. A regime è previsto un ingresso di 150 studenti l’anno, con un
sostanziale equilibrio tra studenti cinesi e italiani.
Nell’Area dell’Economia e Management vengono attivati corsi di 2° livello (master) in
International Management, con doppio titolo: Laurea Magistrale italiana e Shuoshi cinese. I
corsi hanno durata biennale e sono tenuti in inglese per studenti sia italiani che cinesi e
sono basati su un sistema di crediti. Il primo anno viene svolto in Cina e il secondo in Italia
presso la Bocconi o la Luiss, con diversi possibili orientamenti.
L’ammissione al Programma avviene con selezione operata da ciascuna Università sui diplomati nel livello inferiore di studi sebbene l’immatricolazione nelle tre Università già
richieda il superamento di una rigorosa selezione. A regime è previsto un ingresso di 100-
120 studenti l’anno con un sostanziale equilibrio tra studenti italiani e cinesi. Per ciascun
programma è previsto un Comitato di Indirizzo che formula proposte in merito ai percorsi
formativi, in modo che corrispondano alle esigenze delle imprese che sostengono
l’iniziativa.
Da parte italiana il progetto è finanziato in parte dal Miur, in parte da imprese private. E’
stata prevista la creazione di una Fondazione a sostegno dell’iniziativa. Di essa è stato
predisposto uno statuto, sulla base del quale verranno chieste le adesioni.

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