Non profit
Caos Haiti, arriva Bertolaso
La macchina dei soccorsi fatica a decollare. L’Italia invia uomini e aiuti. E anche “l’uomo delle emergenze”.
di Redazione

La mancanza di coordinamento nella gestione degli aiuti è ancora al centro delle cronache dei quotidiani. Che sottolineano anche la presa di posizione di Silvio Berlusconi e la decisione di inviare sul posto il capo della protezione civile
- La rassegna stampa si occupa anche di:
- MIGRANTI
- GRECIA
- RU486
- AMBIENTE
- EDITORIA & POLITICA
- CLIMA
- CARCERE
“Haiti è sfinita, atterrano i parà” è il titolo di apertura del CORRIERE DELLA SERA di oggi. Nel sottotitolo: “Berlusconi: manca il coordinamento. E invia nell’isola Bertolaso”. “Gli aiuti e la sovranità” è invece il titolo del fondo a firma di Franco Venturini che si conclude cosi: «Il problema è allora questo: l’iniziativa militar-umanitaria americana, dopo la prima fase emergenziale, quale volto vorrà darsi? Quello di un mandato etico-imperiale? Quello di un intervento legittimato dall’Onu? La verità è che in ogni caso Obama resterà prigioniero della sua foga iniziale. Anche per evitare che uno Stato fallito così vicino possa diventare base per azioni terroristiche contro gli Usa. Haiti si aggiunge dunque alla lista delle scelte difficili che attendono il presidente nel 2010. Obama dovrà tracciare una rotta di lungo corso e darle una credibile veste di legittimità internazionale. Dovrà prepararsi, malgrado il coinvolgimento di Bill Clinton e di George Bush, a essere accusato, secondo le circostanze, di tardo colonialismo o di impotenza. Per lui il terremoto di Haiti potrebbe essere soltanto cominciato». Venendo in Italia la notizia del giorno è legata all’invio di Bertolaso. Il CORRIERE se ne occupa a pag6: “Berlusconi: «Un’autorità per coordinare gli aiuti»”. Scrive Virginia Piccolillo: «Due gli obiettivi principali. Prendere contatti con gli altri Paesi e con i rappresentanti Onu…Ma soprattutto coordinare gli interventi italiani»
“Manca un coordinamento, Berlusconi manda Bertolaso” è il titolo di un pezzo “politico” di REPUBBLICA che oltre a dar conto della missione del capo della Protezione civile parla anche della polemica tra quest’ultimo e il governatore lombardo Formigoni, accusato da Bertolaso di aver organizzato e inviato aiuti ad Haiti a prescindere dal governo centrale. Tra i due c’è stato un fax, partito da Palazzo Chigi, durissimo contro l’iniziativa lombarda: «Duole rilevare (…)», dice il fax «che l’intervento promosso dalla Lombardia si stia sviluppando in completo isolamento», e prosegue invitando Formigoni «ad assumersi integralmente oneri e responsabilità di un intervento non noto e non autorizzato». Ma contro Bertolaso, questa volta, REPUBBLICA dispiega tre pagine (richiamate in prima) dal titolo “Bertolaso Spa”. In pratica si critica il decreto varato in Consiglio dei ministri che trasforma la protezione civile in una società per azioni, permettendo a Bertolaso di «superare in termini di potere reale non solo Frattini, Maroni e Alfano, ma anche Giulio Tremonti» perché «potrà spendere come vuole un numero imprecisato di miliardi di euro pubblici senza alcun controllo, autorizzazione e rendiconto, e se occorre, con la secretazione». I toni dell’ampio servizio sono davvero molto duri. La replica di Bertolaso in un’intervista è a pagina 33: qui il sottosegretario parla di «calunnie», «balle cosmiche» e «accuse patetiche» riferendosi alla mancanza di controlli, di appalti pubblici e di strapotere personale asseriti da REPUBBLICA..
“Berlusconi manda Bertolaso” è il titolo che apre le due pagine dedicate dal SOLE24ORE all’emergenza Haiti. Vi si parla di «intervento massiccio» da parte del nostro paese, con circa 1000 soldati già partiti sul Cavour e 200 carabinieri che arriveranno presto con ruoli di polizia. Sul Cavour sono imbarcate 135 tonnellate di cibo e 77 di materiale sanitario, mentre tra i militari i 195 alpini del genio militare saranno preziosi per ricostruire le strade, elemento fondamentale per agevolare i soccorsi. Tuttavia il SOLE nota che «il compito sarà difficilissimo» perché «manca un’autorità che coordina tutto». Di spalla un articolo sulle adozioni dei bambini, in cui associazioni come Unicef Fondazione Rava e Nova avvertono: per ora niente adozioni internaizonali, occorre del tempo per capire la reale situazione dei bambini haitiani.
IL GIORNALE dedica al terremoto due pagine (14-15) con richiamo in prima “Non andate ad Haiti anzi si”. In taglio alto Nino Materi firma “Turisti sciacalli o benefattori?” in cui spiega come «dopo lo scandalo della nave da crociera che ha fatto scalo nei luoghi della tragedia, ci si interroga sul comportamento di chi sceglie le spiagge caraibicheper le vacanze» introducendo i pezzi a firma di Stefano Zecchi e Paolo Del Debbio, rispettivamente contrario e favorevole al fenomeno del turismo nei pressi della zona colpita dal sisma. A pagina 14 dopo un articolo di Gian Micalessin “Ecco la solidarietà islamica: dall’Arabia zero fondi per Haiti” in cui il giornalista fa la mappa degli aiuti nel mondo. In taglio basso un box con la situazione sull’isola “L’Italia invia Bertolaso. Paracadutate razioni K”. Berlusconi da L’Aquila ieri ha fatto sapere «che il capo della, Protezione civile, Guido Bertolaso, andrà ad Haiti con un piano di aiuti, uomini e mezzi “perchè ce lo chiedono”».
IL MANIFESTO “Non è Kabul” è il titolo scelto a sovrastare la grande foto di prima pagina sullo sbarco dei parà a Port-au-Prince. «A Port – au – Prince i parà Usa si schierano a protezione del palazzo presidenziale crollato e i marines pattugliano le stade. Sempre più militare la risposta all’emergenza. I pochi aiuti per la popolazione piovono dagli elicotteri. Stufi di aspettare i soccorsi e il governo, gli haitiani si riorganizzano da soli. Storia di CaraibesFm, la radio della ricostruzione». A quanto sta succedendo ad Haiti, ma non solo, è dedicato il commento in prima pagina di Gianpaolo Calchi Novati «La linea del colore» che partendo dall’analisi del panorama internazionale e dei rapporti di forza tra le potenze analizza il metodo dell’intervento su Haiti. «Haiti è n ex possedimento francese che ripetutamente gli Stati Uniti hanno occupato o normalizzato nella ben nota politica del “cortile di casa”. Non per niente, marines contro paras, Stati Uniti e Francia si stanno misurando a distanza nella corsa – magari nobile ma condotta con troppi sottintesi e mezzi impropri per essere innocente – ad aiutare quella che è stata la prima repubblica nera del mondo». E continua «Gli stati “falliti” sono un ottimo pretesto delle operazioni, affidate puntualmente alla forza militare esautorando l’Onu spaurita e afona, per imporre un ordine funzionale ai detentori del potere in loco e al Centro. L’oppressione delle masse (o moltitudini) del Sud è il cardine di tutte le crisi (…)» e conclude che «anche queste terribili emergenze dimostrano che, per spezzare le gerarchie e svelare i lati o scuri del potere dominante, la via della democrazia e dei diritti umani è d’obbligo». Nelle pagine interne l’articolo principale è dedicato alla radio Caraibes che ha organizzato dei comitati di quartiere, «una rete di auto-autogestione che, cerca di ovviare alal mancanza di fatto del governo (…) privi di reali poteri, incapaci di fornire i servizi di cui ci sarebbe bisogno per mancanza oggettiva di mezzi, i comitati sono soprattutto un modo per far rinascere una comunità e per mostrare alle autorità che gli haitiani non stanno con le mani in mano (…)». A Bertolaso IL MANIFESTO dedica un articolo in falsa apertura di pagina 4 dal titolo «Dall’Aquila ad Haiti: Berlusconi invia Bertolaso per “salvare” l’isola», non c’è però traccia di polemiche se non una sottile ironia. Ben più pesante il giudizio sulla proposta del governo in tema di adozioni «Il demagogo Giovanardi: adozioni subito» è il titolo dell’articolo che sottolinea: «Nel dramma di questi giorni, Carlo Giovanardi agita una pericolosa confusione, questa proposta può ripetere l’esperienza negativa del disastro di Chernobyl: l’accoglienza per brevi periodi di minori bielorussi si è trasformata nel diritto ad adottare un bambino di cui non è stato dimostrato lo stato di abbandono. Il “bisogno” legittimo e umano di molte coppie viene usato per dire ancora una volta cose non giuste». L’articolo si conclude suggerendo come soluzione migliore il sostegno a distanza dei bambini che deve essere garantita da tutti gli organismi che lavorano da tempo sul territoria haitiano.
AVVENIRE apre con un titolo neutro, “Haiti con gli occhi al cielo”, e non sottolinea per nulla l’effetto caos che questa scelta ha comportato. L’unico commento, nel corso del pezzo, dice che «i lanci sono a loro modo simbolici di un intervento internazionale , con in prima fila gli Usa, rimasto finora impantanato nelle strettoie di un aeroporto inadeguato». Sulle difficoltà di distribuzione degli aiuti si punta su un’intervista a monisgnor Francisco Ozoria Acosta, vescovo a Santo Domingo, coordinatore degli aiuti da quel paese: «abbiamo paura che, se spediamo dei camion, questi finiscono nelle mani delle gang. Una delle possibilità è di chiedere alle diocesi haitiane di venire a prenderli». Grande rilievo invece al tema adozioni, con un titolo positivo sull’apertura di Giovanardi – “Sì all’adozione degli orfani, ma secondo criteri certi” – e uno negativo sul “mistero sui troppi bambini che lasciano il paese”. Matteo Perrone, cordinatore Unicef a Port au Prince, denuncia via mail che «molti bambini stanno lasciando il paese per essere deportati o venduti all’estero»: cioè sui voli in teoria dovrebbero imbarcarsi bambini con le procedure adottive già completate, «ma non è normale che i bambini viaggino senza i genitori adottivi. Si sta venendo a creare un vero e proprio mercato di minori» e sottolinea come ad Haiti comunque il 40% dei minori non ha documenti. Fiammetta Cappellini di Avsi dice che «i bambini non sono funghi». Giovanardi intanto continua a respingere il modello Chernobyl e per le accoglienze temporanee pensa a colonie e strutture sanitarie, perché «va evitato quel corto circuito secondo il quale i bambini fanno la spla con l’Italia più volte all’anno, le famiglie inevitabilmente si affezionano e pensano all’adozione anche quando non è possibile».
Haiti soccorsi lanciati da cielo, anche LA STAMPA, apre in copertina con il titolo dedicato alle immagini più impressionanti di ieri, gli aiuti lanciati dagli elicotteri dai marines. L’editoriale propone un bilancio del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Mon dopo la sua visita sul posto di domenica scorsa. Scrive Ban Ki-Mon “Disatsri come quello di Haiti ci ricordano la fragilità della vita, ma confermano anche la nostra forza (…) Ho visto un’espressione di umanità non comune, persone che affrontano le vicissitudine più drammatiche dimostrando tuttavia una determinazione straordinaria”. Riguardo gli aiuti il segretario Onu fa un primo bilancio ricordando che più di 40 squadre di soccorso sono già al lavoro con più di 1700 uomini, che la fornitura d’acqua sta aumentando, che tende e ripari stanno arrivando in gran quantità, che gli ospedali stanno ricominciando a funzionare e che il Programma alimentare mondiale con l’esercito Usa sta distribuendo pasti a 200.000 persone. Nella cronaca dell’emergenza che occupa le pagine da 2 a 5, da segnalare l’articolo di Flavia Amabile sul tema adozioni che sottolinea come l’Italia non abbia convenzioni in essere con Haiti come lamentano le associazioni.
Pezzullo pungente su ITALIA OGGI su Bertolaso inviato ad Haiti: «non bastavano le catastrofi nostrane, ora per Guido Bertolaso, il sottosegretario della provvidenza che presto potrebbe sostituire Superman nell’immaginario collettivo, si aprono scenari (e catastrofi) internazionali. Adesso gli tocca anche Haiti, la madre delle catastrofi».
E inoltre sui giornali di oggi:
MIGRANTI
CORRIERE DELLA SERA – “Nozze imposte dai padri: il dramma delle immigrate” è il secondo titolo per il CORRIERE di oggi dopo che è stata ritrovata sana e salva, Almas, la 17enne pachistana sequestrata dal padre padrone a Fano perché rifiutava le nozze combinate e imposte. Il quotidiano alle pag 2 e 3 rivela come «In Italia le spose bambine sono 2000. Un fenomeno diffuso nelle comunità indiana e pachistana. Molte vittime sono costrette a tornare in patria».
GRECIA
SOLE24ORE – Martin Wolf in prima pagina interviene sul disastroso debito greco, che ha portato il paese sull’orlo del crac. Il governo ha promesso di ridurre il deficit dal 12,7% al 3% del Pil entro il 2012. «È plausibile un’impresa del genere?» si chiede Wolf. «Non molto», risponde. «Il compito Atene che deve affrontare è sovrumano», perché fa parte dell’Eurozona, una regione «che adotta la politica monetaria più rigida di tutte le grandi aree economiche» e in cui la domanda interna reale è bassissima. Per questo secondo Wolf «il governo di Atene presto si troverà a fare i conti con una situazione disastrosa». Cosa accadrà? Wolf cita alcuni esperti per i quali «la Grecia sarà costretta a lasciare l’euro», per altri ancora la Grecia ce la farà, per altri invece dichiarerà il default. Wolf non sa come andrà a finire, ma nota che «uscire dall’euro sarebbe una catastrofe», e creerebbe «un contagio letale per i paesi vulnerabili», cioè Spagna, Irlanda, Portogallo e Italia. «Improvvisamente, l’impensabile diventerebbe plausibile. E l’Eurozona potrebbe trovarsi a dover fare i conti con un’ondata di crisi del debito pubblico e del settore finanziario, al cui confronto quello che è successo nel 2009 sembrerebbe una gita di piacere».
RU486
AVVENIRE – L’Emilia Romagna ha presentato ieri i dati sull’utilizzo della Ru486 dal dicembre 2005 a marzo 2009: 1,684, circa 42 l mese, con una media attorno al 5% delle Ivg totali. Nei primi tre mesi del 2009 sono stati 161, pari al 5,4% del totale. La pillola era assunta in day hospital. Per AVVENIRE l’aborto chimico è «subito cacciato nel privato» e – nel titolo in prima pagina – «l’Emilia Romagna guida i picconatori delle regole».
AMBIENTE
ITALIA OGGI – Dopo aver scelto di ricompensare chi decideva di installare pannelli solari sul tetto di casa, pagando l’energia pulita prodotta a cifre molto più alte del mercato, la Francia ora corre ai ripari, temendo una bolla speculativa che rischia di mettere in ginocchio il comparto. Un provvedimento retroattivo al 1 novembre 2009 paga il kwh di energia solo 58 centesimi. Stessa musica in Germania, che vuole tagliare del 50% i contributi.
EDITORIA & POLITICA
ITALIA OGGI – Rinasce “il Popolo”, quotidiano del Partito popolare italiano e poi della DC. Lo dice a ITALIA OGGI Pierluigi Castagnetti, presidente dell’associazione Popolari, che ne detiene la testata da quando cessò le pubblicazioni nel 2003, in occasione della nascita di “Europa”, nuovo quotidiano della Margherita, forse più che altro «per svolgere un ruolo politico nel Pd ed evitare altri abbandoni da parte di popolari». Intanto il Giornale ha dato nel 2009 una sterzata ai suoi conti, contenendo le perdite da 24 a 18 milioni: nel 2012 sarà di nuovo in utile.
CLIMA
IL GIORNALE – Rino Camilleri firma a pagina 20 “Le Maldive affondano? Una bufala, ma la prova dell’inganno sparisce”. Dopo la riunione sub acquea messa in atto dal governo delle Maldive «per richiamare l’attenzione planetaria (e soprattutto gli aiuti della comunità internazionale) sulla fine prossima ventura, come Atlantide, delle sue isole» è successo un fattaccio. Gli ambientalisti sostengono che le isole «si inabisseranno per via dell’ineluttabile innalzamento degli oceani. Il quale è colpa del famoso riscaldamento globale. Il quale è responsabile (così dicono gli «esperti») della glaciazione che non ha ancora finito di mettere in ginocchio Europa e Usa». Il fatto è che «lo svedese Nils-Axel Mörner, già a capo dell’Istituto di Geofisica e Geodinamica all’Università di Stoccolma, già presidente della Commissione Inqua sulle variazioni del livello del mare e l’evoluzione costiera, già leader della Maldive Sea Level Project e già presidente del progetto Intas su Geomagnetismo e Clima» dopo anni di studi aveva trovato «prove schiaccianti del non aumento del livello del mare; anzi, una stabilità almeno trentennale». Fin qui nulla di eccessivamente strano, se non che, la prova del fatto che non esisteva nessun innalzamento del livello del mare consisteva in un albero. «Nel 2003 certi attivisti ambientalisti australiani segarono quell’albero e lo fecero sparire»
CARCERE
IL MANIFESTO – In prima pagina viene pubblicato l’appello de IL MANIFESTO e Antigone sulle «Carceri aperte ai giornalisti». «(…)Dall’inizio dell’anno si sono suicidati quattro detenuti, 501 negli ultimi nove anni. L’opinione pubblica ha diritto di conoscere quanto accade nei penitenziari italiani. Non esiste alcuna norma che vieti espressamente alla stampa di visitare gli istituti carcerari. Ma negli ultimi anni, l’amministrazione penitenziaria ha ristretto sempre più la possibilità di accesso (…) Al ministro della Giustizia che denuncia l’emergenza carceri, segnaliamo che esiste anche “un’emergenza informazione”, per questo chiediamo di cambiare regole e prassi autorizzando l’accesso ai giornalisti nelle sezioni delle carceri al fine di raccontare la quotidianità della vita reclusa, non solo gli eventi tragici o eccezionali». I primi firmatari sono Rita Levi Montalcini, Stefano Rodotà, Valerio Onida, Lucia Annunciata, Bianca Berlinguer, Rosaria Capacchione e Gian Antonio Stella.
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