Welfare
Carcere, 7 senatori in difesa del Provveditore calabrese
Paolo Quattrone negli ultimi tempi è stato vittima di diverse intimidazioni. Di seguito pubblichiamo l'interrogazione parlamentare presentata al ministro della Giustizia
di Redazione
Interrogazione a risposta orale
IOVENE, BRUTTI Massimo, CASSON, DI LELLO, FUDA, SINISI, VILLECCO CALIPARI. – Al Ministro della Giustizia. – Premesso:
– che negli ultimi cinque anni il Sistema Penitenziario calabrese è stato quasi completamente rinnovato, risanato e portato ad elevati livelli di efficienza rispetto ai compiti istituzionali assegnati all’Amministrazione Penitenziaria collocando la Calabria all’avanguardia nel panorama nazionale;
– che tale opera è frutto dell’intenso lavoro del Provveditore Regionale e di molti Dirigenti regionali e Direttori degli Istituti di pena;
– che tutte le strutture penitenziarie calabresi in questi anni sono già state adeguate, o in fase finale di adeguamento, agli standard di abitabilità previsti dal nuovo Regolamento di Esecuzione dell’Ordinamento Penitenziario (D.P.R. 230/2000)
– che in questi anni si è registrato un costante e consistente incremento delle opportunità lavorative intramurali per i detenuti;
– che è stata realizzata un’attenta e più adeguata allocazione della popolazione detenuta attraverso una ridefinizione dei circuiti detentivi di alta sicurezza, media sicurezza, con una particolare attenzione alle donne ed ai disagiati psichici realizzando anche un apposito reparto di osservazione psichiatrica presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria;
– che è stata inoltre realizzata una razionalizzazione della Sanità penitenziaria tale da garantire adeguata assistenza alla popolazione detenuta, nell’ambito del circuito sanitario regionale, per quasi tutte le patologie, grazie anche all’implementazione di impianti ed attrezzature e ad un fattivo e costante rapporto di collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali;
– che intese ed accordi operativi sono stati siglati tra le strutture penitenziarie calabresi e le Istituzioni territoriali (Regione, Comuni, Province), nonché con le istituzioni scolastiche ed universitarie, con quelle ecclesiastiche e con associazioni di volontariato e del terzo settore, consentendo di realizzare specifiche iniziative, creando sinergie ed interazioni al fine di attuare nel migliore dei modi il dettato Costituzionale in materia di esecuzione penale;
– che il Provveditore Regionale ha in questi anni impresso un forte impulso alle attività in economia diretta attivando lavorazioni industriali, laboratori artigianali ed aziende florovivaistiche all’avanguardia ed impegnando in modo continuativo i detenuti nei lavori di manutenzione ordinaria dei fabbricati;
considerato
– che negli ultimi anni alcuni provvedimenti adottati dall’Amministrazione Centrale relativi al personale apicale delle strutture penitenziarie calabresi, tesi a garantire un opportuno e fisiologico avvicendamento dei funzionari nelle varie sedi, sono stati successivamente revocati a seguito di impugnazioni giudiziarie, proposte dagli interessati, al fine di impedire tali avvicendamenti;
– che alcuni di questi funzionari, e segnatamente alcuni Dirigenti, ravvisando nel Provveditore Regionale il ?responsabile? di tali avvicendamenti hanno avviato una serie di iniziative, anche giudiziarie, tese ad osteggiare la gestione del Dirigente Generale Dott. Quattrone;
– che, in particolare, uno di essi, nel maggio 2006, ha posto in essere una clamorosa azione di protesta, asserragliandosi per due giorni negli uffici del Provveditorato Regionale, e che per tale comportamento, anche penalmente rilevante in quanto interruzione di pubblico servizio e per questo segnalato all’Autorità giudiziaria, non ha ricevuto alcuna sanzione di ordine disciplinare;
– che sempre il medesimo dirigente, inviato in servizio di missione presso la Casa Circondariale di Paola, ha tenuto un comportamento quantomeno discutibile allontanando platealmente, da una pubblica manifestazione in corso nell’istituto, il Dirigente delegato a rappresentare l’Amministrazione Regionale, senza che sia stato adottato, anche questa volta, alcun provvedimento di censura del comportamento tenuto;
– che nel corso di una manifestazione pubblica il 21 giugno scorso presso la Casa Circondariale di Crotone, alla presenza del Capo del Personale dell’Amministrazione Penitenziaria, un ristretto numero di Dirigenti ha inscenato plateali atteggiamenti di scherno e contestazione accompagnando con battute e rumori una fase della manifestazione, e segnatamente lo scambio di saluti e ringraziamenti tra il Direttore dell’Istituto e l’alto Dirigente Ministeriale;
– che nel corso di una riunione convocata poco dopo nella sala riunioni dell’Istituto, il medesimo gruppo di Dirigenti,il cui precedente comportamento era stato stigmatizzato dal Provveditore Regionale, ha iniziato ad inveire contro quest’ultimo, ha assalito verbalmente il Capo del Personale ed ha di fatto costretto quest’ultimo ad interrompere l’incontro, a cui presenziavano anche i capi area di tutte le strutture penitenziarie calabresi;
– che nessun concreto episodio ha evidenziato un abbassamento dei livelli di sicurezza degli Istituti Penitenziari calabresi;
– che nell’espletamento del proprio incarico il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria ha costantemente informato gli Uffici Ministeriali delle iniziative adottate in ordine alla migliore allocazione e gestione delle risorse materiali ed umane, formulando progetti e proposte che hanno trovato pieno accoglimento e sostegno da parte dell’Amministrazione centrale;
– che alcuni dei proponenti hanno presentato già nella XIV Legislatura diversi atti di sindacato ispettivo, anche a seguito di specifiche visite, relativi alla situazione degli Istituti penitenziari della Calabria;
– che in diverse occasioni il Provveditore Regionale è stato oggetto di preoccupanti atti intimidatori;
– che il sistema penitenziario, soprattutto in una regione come la Calabria, è uno snodo fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata ed alla sua efficacia, dal quale si misura la civiltà giuridica di un Paese;
si chiede di sapere
– come il Ministro intenda salvaguardare e continuare, rafforzandola, l’azione di rinnovamento e risanamento del sistema penitenziario calabrese avviata negli ultimi anni;
– se non si ritenga di intervenire per porre fine a tutte quelle azioni tese a impedire o boicottare il cambiamento riportando indietro la situazione carceraria calabrese.
IOVENE
BRUTTI Massimo
CASSON
DI LELLO
FUDA
SINISI
VILLECCO CALIPARI
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