Welfare

Carcere, codice penale: presentato il testo Pisapia

La riforma prevede la cancellazione dell'ergastolo, sostituito da una pena massima di 32 anni, elevabile a 38 per i reati più gravi

di Redazione

Abolizione dell’ergastolo, una condanna che e’ “piu’ simile alla pena di morte”. E’ la novita’ tra le piu’ significative del ddl di riforma della parte generale del Codice penale, schema presentato oggi al ministro della Giustizia Luigi Scotti. La commissione di studio presieduta da Giuliano Pisapia stabilisce che il massimo della pena da infliggere ad un condannato deve essere di 32 anni, elevabili fino a 38 anni per i casi di reati piu’ gravi.

La relazione del documento sottolinea che sulla scelta di sostituire nel Codice l’ergastolo con la “detenzione di massima durata c’e’ stata una lunga e approfondita riflessione”. Si e’ tenuto conto “della contrarieta’ di gran parte dell’opinione pubblica e dei paventati rischi di indebolire la lotta alla criminalita’ organizzata”; ma la commissione a larga maggioranza ha deciso “di non prevedere la pena dell’ergastolo”, sulla base di dati oggettivi “che dimostrano come la pena perpetua, cosi’ come la pena di morte, non ha mai avuto quell’efficacia deterrente che molti prospettano”.

L’ergastolo, si sottolinea, e’ “una pena iniqua che pone non pochi dubbi di legittimita’ costituzionale”; e cancellarlo e’ anche un “atto di civilta’ imposto da ragioni di carattere etico-politico perche’ l’ergastolo non e’ assimilabile alla reclusione ma e’ una pena assai piu’ simile alla pena di morte”. La commissione aggiunge poi che il carcere a vita non c’e’ in molti paesi europei, come Norvegia, Portogallo, Spagna, Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina. In altri Stati, ricorda la commissione, seppure previsto in astratto l’ergastolo “non viene applicato in concreto”, come in Olanda, Polonia, Albania, Serbia e Ungheria.

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