Welfare

Carcere, il 17% dei detenuti ha malattie virali croniche

Sono Hiv, epatiti virali e tubercolosi le più diffuse. Nel solo Lazio il 3,33% dei detenuti ha l'Hiv. In arrivo dal garante dei detenuti una guida in sei lingue per la prevenzione

di Redazione

Il 3,33% dei detenuti reclusi nelle carceri del Lazio ha il virus dell’Hiv. Si tratta della più alta percentuale d’Italia dove, in base ai dati risalenti a novembre 2007, la media è dell’1,98%. Solo nelle carceri di Regina Coeli, Rebibbia e Civitavecchia, circa 3 mila persone sono seguite dal reparto di malattie infettive dell¹Ospedale Spallanzani e di queste, il 6% è affetto dall’Hiv. La maggior causa dell’infezione resta la tossicodipendenza.

Hiv, Tubercolosi ed Epatiti Virali sono fra le malattie più diffuse e più pericolose in carcere ed è per questi motivi che il Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha edito una guida informativa in sei lingue (oltre all’Italiano, Arabo, Spagnolo, Romeno, Francese e Inglese), intitolata “Conoscere e Prevenire”.

La guida, che contiene anche un capitolo introduttivo intitolato “Vademecum del Nuovo Giunto”, è stata redatta in collaborazione con le Asl Rm B e Viterbo, con l’Ordine degli Psicologi del Lazio, la SIMS. Pe e l’Ospedale San Gallicano di Roma e a partire dalle prossime settimane sarà distribuita gratuitamente ai detenuti di tutte le carceri del Lazio. La guida “Conoscere e Prevenire” è stata presentata nella Prima Rotonda del carcere di Regina Coeli dallo stesso Garante Angiolo Marroni, dal Direttore del Carcere di Regina Coeli Mauro Mariani e dal Consigliere Regionale Donato Robilotta.

Un recente rapporto della Società Italiana di Medicina e Sanità penitenziaria (Simspe) ha evidenziato che, su un campione di 1.300 detenuti su scala nazionale, più della metà della popolazione carceraria italiana è affetta da varie patologie. Tra le patologie oltre all’Hiv, la cifra più allarmante è che un 17% di detenuti è affetto da patologie virali croniche fra cui l¹epatite C.

Inoltre, la necessità di predisporre un vademecum in più lingue è giustificata dai numeri: il 44% dei detenuti del Lazio sono stranieri. Dei 4908 reclusi, infatti, 2157 sono stranieri, di cui 1344 extracomunitari e 813 comunitari. La comunità più rappresentata in carcere è quella romena (653 detenuti) seguita da quella marocchina (190), da quella albanese (155) e da quella algerina (146).

L’opuscolo “Conoscere per Prevenire” è composto da quattro capitoli, per un totale di circa 100 pagine. Il primo capitolo è un “Vademecum del nuovo giunto”, gli altri tre capitolo sono dedicati alla “Malattia da Hiv in carcere”, alla “Tubercolosi” e alle “Epatiti Virali”. Per ognuna delle malattie sono indicate le informazioni di base, come ci si ammala, come si trasmette, come si manifesta, come si cura e come si previene. Infine, una indicazione sui Centri specialistici cui rivolgersi.

«Al di là di illustrare gli aspetti di malattie di cui sono affetti tanti detenuti – ha detto il Garante Regionale dei Detenuti Angiolo Marroni – questi opuscoli hanno un ulteriore, intrinseco valore consistente nel segnalare che i detenuti non sono un problema solo penale, ma una realtà che nasce da problemi prevalentemente sociali e che impone, a tutti noi, di guardarli e conoscerli ai fini della prevenzione e del reinserimento».

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