Cultura

Cardinal Tettamanzi: date credito ai poveri

''Ci vuole un amico, perche' la dignita' ferita dalla poverta' possa riemergere" ha detto oggi il cardinale Dionigi Tettamanzi

di Redazione

”Ci vuole un amico, perche’ la dignita’ ferita dalla poverta’ possa riemergere: e’ l’amicizia che restituisce, a chi l’abbia perduta, la consapevolezza della sua dignita”’ ha detto oggi il cardinale Dionigi Tettamanzi. L’arcivescovo di Milano e’ intervenuto al convegno che, nella sede della Bipiemme, ha lanciato l’esperienza dell’Assegno Amico, un ‘voucher’ di solidarieta’, nato a Genova per iniziativa della Fondazione Gaslini, e ora portato a Milano grazie a Caritas Ambrosiana, Acli milanesi e il gruppo Ticket Accor Services.
L’arcivescovo di Milano ha sottolineato che amicizia, carita’ e solidarieta’ devono stare insieme. ”La questa possibilita’ di accedere a beni e servizi indispensabili ” – ha detto il cardinale – “e’ solo il presupposto per una sopravvivenza dignitosa. Perche’ la dignita’ ferita possa davvero emergere ci vuole di piu’. E qui uso una parola magica ma concreta: ci vuole un amico”. L’aiuto economico ”deve diventare un amico” ha detto ancora il cardinale, ricordando che amicizia vuol dire ”riconoscimento forte e amorevole della dignita’ personale, stima e apprezzamento”. L’indigenza infatti ”non ferisce solo il corpo ma anche l’anima e spesso rende, chi ne e’ colpito, in qualche modo dubbioso della propria dignita’ e perfino il primo e peggiore nemico di se stesso”. Nella lotta all’emarginazione in senso planetario, numerosi e cospicui aiuti passano da governo e governo, ma spesso – ha detto il cardinale – questi aiuti si rivelano incapaci di risolvere il dramma: ci sono invece esperienze ”assai piu’ povere” ma tanto piu’ positive, perche’ fondate sulla solidarieta’. Tettamanzi ha citato la Banca Gramehen, meglio nota cone ‘la banca dei poveri del Bangladesh’ che ”a fronte di nessuna garanzia reale, ha fatto credito alla volonta’ di riscatto, imprestando al disperatamente povero quella cifra, in se’ modesta, ma per lui irraggiungibile e decisiva, per consentirgli di ritrovare la sua dimensione di persona, capace di fondare sul suo lavoro la sopravvivenza e la speranza”. Ma Tettamanzi a questo proposito ha sottolineato un altro aspetto del ‘credito solidale’: ”nel 99% e oltre dei casi – ha detto – il diperatamente povero ha risposto alle attese, recuperando se stesso e restituendo il prestito. Una percentuale di recupero del credito che nessuna garanzia reale consente di eguagliare”. Da qui l’appello al sistema bancario anche italiano: ”uno dei compiti principali delle banche – ha affermato Tettamanzi – deve essere quello di dare credito alla volonta’ di riscatto, di essere attente non solo alle garanzie economiche, ma anche al bene interiore, alla capacita’ di sviluppare il talento posseduto. Il sistema bancario, come criterio d’insieme, deve avere anche quello caritativo”. Un discorso che vale tanto piu’ per Milano, citta’ che – ha ricordato il suo arcivescovo – ama definirsi capitale economica e capitale morale del nostro Paese: ”in realta’ lo e’ stata più in passato che oggi” ha sottolineato il cardinale.

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