Non profit
Cariplo, che c’entra livolsi con il non profit?
Nellorgano di indirizzo, al terzo settore spettano 7 membri. Le candidature trapelate fanno discutere. In primis quella dellex socio di Ricucci
di Redazione
Quanti esponenti del non profit saranno presenti negli organi di indirizzo delle fondazioni? La domanda che Vita aveva lanciato nel gennaio 2000 alla vigilia dell?atto finale del complesso percorso che dal 1990 ad oggi ha trasformato le fondazioni d?origine bancaria in vere e proprie fondazioni di comunità o, come qualcuno suggerisce, in «banche d?affari sociali», deve risuonare anche oggi. Infatti, siamo in piena campagna per il rinnovo delle nomine nella Commissione centrale di beneficenza, organo di indirizzo della più grande tra le fondazioni italiane, la Fondazione Cariplo.
La Commissione centrale di beneficenza è il cuore pulsante dell?ente, cui spetta poi il compito di nominare il consiglio di amministrazione. Dei 40 membri previsti, come stabilisce il regolamento del 2000, 20 verranno indicati dagli enti locali (le Province lombarde più Novara e Verbania, la Regione Lombardia e il Comune di Milano), 7 verranno cooptati direttamente dalla Commissione centrale per la loro chiara fama, 6 (uno per ogni area di intervento: ricerca scientifica, istruzione, arte, tutela dei beni culturali e ambientali, sanità, assistenza alle categorie sociali deboli), saranno scelti, sempre dalla Commissione, fra altrettante terne di candidati segnalati da personalità prestigiose come l?arcivescovo di Milano, il presidente della Conferenza dei rettori delle università lombarde e i presidenti di centri di ricerca d?eccellenza. Infine altri 7 saranno assegnati sulla base di un bando tra le organizzazioni non profit lombarde, bando che è stato pubblicato l?8 gennaio scorso e che scade alle ore 17 del prossimo 9 febbraio e che prevede che le organizzazioni non profit possano segnalare candidature.
A Vita risulta che ad oggi siano arrivate pochissime candidature, forse 7 (guarda a caso) o poco più. E che tra queste, ben poche possano davvero essere scambiate come espressione della società civile. Un conto è trovare un?organizzazione amica che segnali il tuo nome, un altro conto, ovviamente, è essere espressione del terzo settore. Paiono adeguate quindi, tra le candidature già note, quelle di don Gino Rigoldi (che forse dovrà dimettersi dal comitato scientifico della Fondazione Vodafone) o di Angelo Abbondio, filantropo di lunga data. Meno comprensibili i nomi di Mariella Enoc (vice presidente degli industriali di Novara), dell?avvocato Mario Miscali (presidente di Agos, la finanziaria leader del credito al consumo) e di Federico Manzoni (già dirigente dell?Unione industriali di Bergamo).
Scandalosa a noi, poi, appare la candidatura di Ubaldo Livolsi. Si tratta di un banchiere d?affari assai poco sociale, indagato, con procedimento in corso, per concorso in bancarotta nel quadro del fallimento della Fin.part (holding della moda di cui era il patron) e coinvolto nei mesi scorsi nell?affaire Ricucci, in qualità di advisor di Magiste nella scalata alla Rcs.
Il nostro consiglio? Care non profit, da qui al 9 febbraio inondate Fondazione Cariplo di candidature vere, così che una scelta sensata sia possibile.
Per inviare le candidature: www.fondazionecariplo.it
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