Welfare
Caritas: Dati Istat su stranieri provvisori e sottodimensionati
Il coordinatore del Dossier Caritas Migrantes a Stranieriinitalia.it. "Risultati provvisori e sottodimensionati. Serve però una riflessione seria sui permessi non rinnovati a causa della crisi economica"
di Redazione
Erano quattro milioni e mezzo gli immigrati regolari iscritti all’anagrafe all’inizio del 2011, ma sono solo tre milioni e settecentomila quelli che avrebbero risposto all’ultimo censimento secondo i primi dati diffusi dall’Istat. Ne mancano ottocentomila.
Secondo Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione di Caritas e Migrantes, i risultati del censimento possono soffrire di un sottodimensionamento, e in più i dati diffusi finora dall’Istat sono provvisori. Per quanto sia stato accurato il lavoro dell’Istat, non si può escludere che una parte dei cittadini stranieri non si sia resa reperibile e non abbia riempito il questionario, per motivi vari, che vanno dalla difesa della privacy alla scarsa informazione e a una certa diffidenza”.
Intervistato da Stranieriinitalia.it, il portale dell’immigrazione, Pittau cita per esempio “chi è arrivato da poco in Italia e certo a tutto pensa tranne che a riempire il questionario”. Oppure “chi si trova in situazioni abitative che non vuole rendere note, ad esempio per un subaffitto in nero, e poi ci sono quelli con un permesso in scadenza che non sono sicuri di poter rinnovare. Se penso di diventare a breve clandestino, difficilmente fornisco informazioni utili per farmi rintracciare…”
Il coordinatore del Dossier Caritas ritiene però anche che “vada preso maggiormente sul serio il mancato rinnovo dei permessi di soggiorno a seguito della crisi e che potrebbe spiegare, almeno in parte, il forte calo della presenza straniera regolare, così come viene attestato dai primi dati del censimento”. Gli irregolari, infatti, non dovevano rispondere.
“Nel 2008 – spega l’esperto – non sono stati rinnovati 80 mila permessi di soggiorno, stagionali compresi, idem nel 2009, il loro numero è salito a 100 mila nel 2010 e addirittura a 150mila nel 2011. Si tratta, nell’insieme, di circa 400 mila “decreti di espatrio di fatto”. Eseguiti controvoglia con un amaro rientro in patria o disattesi da chi ha, comunque, preferito rimanere sul posto, senza titolo di soggiorno e in attesa di una ripresa economica“.
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