Famiglia
Caritas: procedure per permesso di soggiorno lente e costose
Dalla Caritas un grido dallarme: vanno riviste le modalità di gestione
di Redazione
In attesa di modifiche legislative in materia d?immigrazione, la Caritas richiama di nuovo l?attenzione del Governo su questo tema, anche alla luce delle nuove procedure, entrate in vigore a dicembre 2006, per il rilascio e il rinnovo dei documenti di soggiorno dei cittadini stranieri. Come confermano le Caritas diocesane che operano sul territorio, l?affidamento alle Poste della gestione delle suddette procedure, per come attualmente strutturato, produce effetti negativi da correggere al più presto.
In particolare si evidenzia:
?la frequente indisponibilità degli appositi moduli gratuiti (i c.d. kit) presso gli uffici postali. Ciò alimenta una sorta di ?bagarinaggio? dei moduli stessi, per cui i cittadini stranieri che non riescono a reperirli sono spesso costretti a rivolgersi al mercato nero. Per arginare questo fenomeno è urgente assicurare una maggiore dotazione agli uffici postali dell?apposita modulistica;
?la complessità della modulistica e le relative difficoltà nella compilazione. La prevista assistenza gratuita da parte dei patronati sembra insufficiente: alcune Caritas diocesane, infatti, ci segnalano tempi lunghi per ottenerla e, in alcuni casi, incertezze sulle procedure da attivare;
?la lentezza ed inefficienza del servizio in convenzione con Poste Italiane. La procedura si sta rivelando un “collo di bottiglia” e in alcune province sono solo un centinaio i permessi finora consegnati. Si tratta di numeri irrisori rispetto alla mole delle domande che continuano ad accumularsi, anche a seguito del recente decreto flussi per gli stagionali. Va poi tenuto conto dei 2 successivi passaggi in Questura: per le impronte e l’esibizione dei documenti in originale. In entrambi i casi, gli interessati devono in genere aspettare la convocazione e fare poi la fila per arrivare agli sportelli. Durante questo iter è evidente che il valore della ricevuta di inoltro rilasciata dalle Poste è molto precario e insufficiente (specie per i datori di lavoro). Inoltre non sempre è possibile controllare tramite il sito del Portale Immigrazione a che punto è la pratica, poiché spesso il servizio non è disponibile.
Vanno infine segnalati gli elevati costi della nuova procedura, soprattutto per i permessi di durata superiore ai 90 giorni, per il cui rilascio/rinnovo occorrono circa 70 euro (nel dettaglio, 14,62 euro per la marca da bollo, 30 euro al momento della spedizione e 27,50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno in formato elettronico). Poiché è necessario un kit per ogni richiedente, diverse Caritas ci segnalano di aver ricevuto richieste di aiuti in denaro, da parte di famiglie di immigrati, per poter effettuare la presentazione delle domande. Sarebbe opportuno prevedere l?introduzione di kit familiari, composti di un solo modulo per un intero nucleo familiare al costo, appunto, di una singola domanda. Bisogna inoltre rilevare che tale costosa procedura è prevista anche per ogni modifica dei dati contenuti nel permesso di soggiorno. In molti casi – specie per modifiche di lieve entità o comunque attinenti a situazioni giuridiche già certificate e comprovate dalle autorità italiane – dovrebbe essere facilitato il ricorso all?autocertificazione presso gli uffici anagrafici, come previsto anche in alcune direttive europee e nel rispetto di un principio di uguaglianza di trattamento tra cittadini italiani e stranieri regolarmente soggiornanti. Anche il rinnovo del permesso di soggiorno, che spesso implica la ripresentazione di dati già noti e comprovati dall?autorità, dovrebbe essere regolato da una procedura più snella, che eviti le duplicazioni della documentazione e consenta tempi più rapidi e costi più contenuti.
Per non scoraggiare questi processi di legalizzazione dello status giuridico, invitiamo quindi il governo ed in particolare i ministri competenti ? che hanno già dato segnali di attenzione e consapevolezza dei problemi – ad apportare al più presto correttivi, magari prevedendo, in questa fase che precede la riforma normativa, il coinvolgimento dei Comuni o altre organizzazioni/associazioni nella gestione delle pratiche.
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