Non profit

Caro Ferrero, alzi la voce

Mentre l’onda della protesta si ingrossa giorno dopo giorno, alcune dichiarazioni del ministro suonano un po' strane. Anteprima da VITA Magazine in edicola

di Redazione

Paolo Ferrero, ministro per la Solidarietà sociale, che subito, con VITA, si era giustificato per il taglio del 5 per mille nel testo della Finanziaria 2007, ?è stata una dimenticanza?, e che sul tema si era spinto sino ad impegnarsi nelpretendere un emendamento del Governo (del resto i ministri del Governo ne hanno presentati 254, uno in più uno in meno?), la sera del 7 novembre scorso se n?è uscito con alcune considerazioni che suonano davvero strane.

Ecco quanto ha dichiarato il ministro: «Stiamo litigando su questa misura ma per me resta una priorità. Il cinque per mille non è stato inserito nella Finanziaria per errore e il governo non ha deciso di toglierlo. Mai nessuno inoltre si è posto il problema di non rifinanziarlo ma esiste una questione di costi». Un ragionamento, almeno ondivago. Suona poi inquietante la considerazione sul costo della norma, significa non capire che il 5 per mille genera un circolo virtuoso.

Come sottolineato dal Forum del Terzo settore, «lo Stato (ovvero i cittadini), attraverso organizzazioni di società civile (ovvero i cittadini), destina risorse per attività e servizi ai cittadini -specie i più svantaggiati- che in sostanza ritornano allo Stato (ovvero i cittadini)». Significa non capire come il 5 per mille è una forma di circolazione a valore aggiunto di risorse pubbliche, che restano pubbliche e che hanno finalità pubbliche, sulle quali decidono i cittadini. Il 5 per mille, perciò, non è un costo ma un investimento in fiducia e servizi. Inoltre, lo abbiamo già spiegato su VITA, dire che il governo ?non ha deciso? di togliere il 5 per mille riparandosi dietro la ?dimenticanza?, non consola, anzi, aggrava le nostre considerazioni su quanto il non profit non stia proprio nei pensieri di questo Governo. Tanto più, caro ministro, se la dimenticanza diventa una dimenticanza al quadrato: prima ci si dimentica della norma, poi ci si dimentica dell?emendamento promesso da più voci dentro il Governo e tramite le agenzie di stampa.

Ma c?è un altro passaggio nella dichiarazione del ministro del 7 novembre sera, che suona davvero strana. Dice il ministro: «Sul cinque per mille, le organizzazioni del non profit non stiano tranquille. Facciano sentire la loro voce, così sarà più facile reinserire questa misura nella Finanziaria». Ebbene, caro ministro, pur sapendo come gran parte dell?esecutivo sia insieme di lotta e di governo, e pur prendendo atto che ormai va di moda legiferare il venerdì e andare in piazza il sabato, sarebbe opportuno che ognuno si assumesse le proprie responsabilità. Il non profit italiano le sue le ha prese, protestando e persino sbeffeggiando un esecutivo che ha il problema del ?costo? del 5 per mille, il Forum del Terzo settore ha scritto a tutti i parlamentari, noi abbiamo già dedicato due copertine al vostro 0 per mille, l?onda della protesta si ingrossa giorno dopo giorno, e altre iniziative saranno messe in campo. Chi fa il ministro pensi a legiferare, a protestare ci pensiamo noi.

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