Welfare

Caro nemico, ti amo troppo come creatura di Dio per odiarti

di Redazione

di Sumaya Abdel Qader
Caro nemico, ti amo troppo come essere umano, creatura di Dio, per odiarti. Nata nel 1978, ho visto cadere il muro di Berlino e superare la guerra fredda. Le aspettative erano alte. Ci raccontavano che si stava aprendo una nuova era di pace e stabilità nel mondo. Non ci volle molto, purtroppo, perché queste aspettative fossero deluse.
Ma ti amo troppo come essere umano, creatura di Dio, per odiarti.
Quali prospettive, dunque, alla luce delle tensioni, degli aspri dibattiti,delle posizioni più diverse prese in merito da tutti? Chi parla di scontro di civiltà, chi parla di prossima terza guerra mondiale e chi addirittura di fine dei tempi. Serpeggia pessimismo, aggravato dalla spesso richiamata crisi economica, quasi a scaricargli la colpa di tutti i mali che oggi si vivono. Allora chi o cosa è conseguenza di chi o cosa. Non lo so, non è mia competenza, non sono io ad avere la grande responsabilità di risolvere i problemi dell’umanità, ma questo non significa certo non averne. Anzi. Il dovere che mi sento è quello di continuare a volere e testimoniare la Pace.
Ma ti amo troppo come essere umano, creatura di Dio, per odiarti.
Così, ad esempio, in questo spazio di Yalla abbiamo la presunzione di “insegnare la civiltà”. Proponiamo un esempio di scambio, di racconto di perplessità, di giudizi e opinioni divergenti. Ma anche di più. La voglia di sincero scambio provando a coltivare una serena fiducia per guardare al futuro che sia insieme. Questo non con l’improbabile pretesa di superare rabbia, dolore, e paura, ma con la voglia di serenità pace e bene. Non siamo illusi da pensare di avere un giorno senza guerre e conflitti. L’uomo in migliaia di anni di storia ha dimostrato di non farcela. Troppe occasioni mancate, troppe vite straziate. Mi sento così impotente. Siamo impotenti, siamo passivamente impotenti. Quindi accettare le conseguenze? Aspettare cosa accadrà e fin dove ci si spingerà?
Il mio stato d’animo è ben riassunto da una frase di Gramsci (anche se dettata da altre motivazioni): «Il mio stato d’animo è tale che se anche fossi condannato a morte, continuerei a essere tranquillo e anche la sera prima dell’esecuzione magari studierei una lezione di lingua cinese per non cadere più in quegli stati d’animo volgari e banali che si chiamano pessimismo e ottimismo. Il mio stato d’animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l’intelligenza, ma ottimista con la volontà».
Il nostro dovere e responsabilità è di lavorare per garantire giustizia ed equilibrio, a partire dalle piccole cose quotidiane. In Italia vogliamo. nella pluralità etnica, religiosa e culturale camminare in questa via. È la nuova responsabilità a cui oggi siamo chiamati a rispondere.
Per questo ti amo troppo come essere umano, creatura di Dio, per odiarti.

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