Welfare

CASA. Torino sceglie l’housing sociale. Tra le polemiche

Approvato a fine anno il nuovo piano comunale

di Redazione

Le case popolari? Sorpassate. Le nuove emergenze sociali (anziani soli, caro-mutui, divorzi e separazioni) richiedono fantasia e soluzioni innovative al bisogno della casa delle fasce più deboli. Torino ha scelto di puntare sull’housing sociale. Il piano casa 2009-2010 comunale, approvato a fine anno (ma non senza polemiche), investe sulla condivisione di “necessità” atraverso la costruzione di condomini e alberghi solidali: non rinunciando, comunque ad una quota di edilizia popolare.  Una soluzione che ha creato non poco malumore  da parte della minoranza.

A Torino le case in affitto sono il 45%, il 19% in Italia, a fronte del 55% in Germania, del 38% in Francia e del 31% nel Regno Unito. Le abitazioni sociali in Italia sono il 4%, contro il 21% d’Oltremanica e il 18% della Francia. Il numero di abitazioni costruite con finanziamenti pubblici è sceso dalle 35 mila dell’85 alle 2.000 del 2004. Nel 2006 sono stati accesi 404.276 mutui per l’acquisto della casa. Nel 2007 è cresciuto del 7%o il numero di famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui. L’incidenza della spesa per il social housing è scesa in Italia sotto l’1% del Pil, contro il 2% della Francia e il 3 di Paesi come Svezia, Olanda e Regno Unito. Queste le premesse dalle quali sono partiti gli ammnistratori torinesi.

Il piano casa prevede oltre ad un incremento nel biennio di circa mille nuove abitazioni Erp (delle quali 300 reperite nel mercato privato e le restanti costruite ex novo su aree comunali), due nuovi alberghi sociali, pronti entro il 2010. Prevista anche la costruzione delle tre nuove strutture collettive sociali: circa 500 posti per l’emergenza abitativa, per offrire soluzioni temporanee a coloro (stranieri e non) che siano in attesa di una stabilità abitativa.

Di particolare importanza anche l’applicazione della variante n°37 del Piano regolatore che prevede per interventi di ristrutturazione urbanistica o nuovo impianto superiori ai 4000 metri quadrati di slp di destinare il 10 percento della superficie eccedente a edilizia residenziale pubblica, percentuale sulla quale la città ha diritto di opzione all’acquisto. Un modo per garantire il mix sociale senza creare quartieri “ghetto”. Previsti acquisti per circa 62 milioni di euro; 300 gli alloggi comprati nel biennio che sta terminando, altrettanti nel nuovo Piano. 

Tra le novità introdotte dal piano anche esperimenti di mix sociale, l’opportunità per gli anziani che abitano alloggi popolari di subaffittare una stanza a uno studente, ricavandone un reddito utile a sostenere il costo dell’affitto. Il piano prevede infine la trasformazione dello stabile di via Paganini 30, attualmente occupato da rifugiati politici, in un condominio sociale, alla cui realizzazione potranno partecipare gli stessi occupanti

 

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