Mondo
Caso Mastrogiacomo. Le preplessità del Vis
Dice Antonio Raimondi, presidente della ong: «Rimango perplesso di fronte ad uno stato che demanda ad una ong ciò che invece compete alla diplomazia e ai servizi segreti, che fanno questo per mestiere
di Redazione
«Sono perplesso. E’ vero Mastrogiacomo è stato liberato ma una persona è’ stata uccisa ed altre due persone sono ancora prigioniere» è la riflessione fatta da Antonio Raimondi, presidente della ong Volontariato internazionale per lo sviluppo (Vis), una delle organizzazioni storiche della cooperazione italiana. Raimondi era presente a un incontro fra addetti ai lavori per il decennale del Master universitario internazionale in cooperazione e sviluppo dell’Universita’ degli studi di Pavia. Così Raimondi ha speigato le sue perplessità: «La richiesta dello stato ad Emergency che ha avuto un ruolo proprio per la credibilità costruita sul luogo, non credo sia un fatto positivo. Rimango perplesso di fronte ad uno stato che demanda ad una ong cio’ che invece compete alla diplomazia e ai servizi segreti, che fanno questo per mestiere. Una cosa e’ chiedere un consiglio ad una ong che conosce il territorio, un’altra e’ demandargli una trattativa. Ieri in Iraq era la Croce Rossa, oggi Emergency in Afghanistan, e domani? E se per Mastrogiacomo, la trattativa fosse fallita?»
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