Mondo
Caso Novartis: Msf raccoglie firme per evitare ricorso
Medici senza frontiere ha consegnato oggi una petizione con oltre 420mila firme al quartier generale di Novartis a Basilea
di Redazione
La richiesta alla casa farmaceutica e’ quella di non presentare ricorso contro la sentenza che ha dato ragione alla legge indiana sui brevetti di farmaci salvavita. La multinazionale svizzera, infatti, lunedi’ scorso ha perso la causa con cui aveva cercato di modificare la legge indiana che consente – entro centri limiti – la fabbricazione di equivalenti generici di farmaci essenziali e salvavita, finanziariamente accessibili per i Paesi in via di sviluppo. “La sentenza della Corte indiana che ha dato torto a Novartis – dice Christophe Fournier, presidente internazionale di Msf in una nota – e’ cruciale per noi medici che in decine di Paesi poveri possiamo curare migliaia di pazienti solo grazie alla disponibilita’ dei farmaci generici indiani. Ora sappiamo che potremo continuare a fare affidamento sulla produzione farmaceutica indiana come fonte di approvvigionamento di farmaci di qualita’ a prezzi accessibili. Siamo sollevati che Novartis non intenda presentare ricorso contro questa decisione e chiediamo alla compagnia di non continuare a spingere affinche’ la legge indiana venga modificata e di evitare di promuovere un appello davanti all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) o in altre sedi”.
Secondo Msf se Novartis avesse vinto il ricorso, anche in India i brevetti sui farmaci sarebbero stati concessi con piu’ facilita’ “e la salutare concorrenza dei medicinali generici si sarebbe ristretta portando a un nuovo aumento di prezzi di terapie salvavita come quelle contro l’Aids”.
L’associazione di medici ricorda che “i Governi dei Paesi in via di sviluppo e le agenzie umanitarie come Unicef o la Fondazione Clinton dipendono largamente dall’India per l’importazione di farmaci di qualita’ finanziariamente accessibili. L’84% dei farmaci che Msf prescrive in tutto il mondo vengono dall’India”. “Speriamo – conclude Fournier – che la sentenza della Corte indiana rappresenti un precedente che incoraggera’ altri Paesi emergenti ad adottare regole che favoriscano l’accessibilita’ finanziaria dei farmaci essenziali e la ricerca su nuovi trattamenti di cui c’e’ disperatamente bisogno nei Paesi poveri”.
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