Politica
Cdo opere sociali: «Un errore i tagli al non profit»
Un intervento di Monica Poletto
di Redazione
«La lettura delle quasi quaranta pagine di agevolazioni che la manovra ridimensiona contiene norme totalmente disomogenee, con ricadute diverse, a fronte dei soliti tagli orizzontali, cioè tutti uguali. Insomma, un lungo elenco della spesa acritico e non sufficientemente ragionato». È il commento di Monica Poletto, presidente di Cdo opere sociali, alla manovra del Governo. «Riferendoci soprattutto ai “tagli” che incidono sugli enti non profit» ha spiegato Poletto a ilsussidiario.net, «alcuni sono particolarmente preoccupanti. Ad esempio, vengono ridotte le detrazioni/deduzioni per chi effettua erogazioni liberali in loro favore.
Certo, se i soldi dati agli enti non profit sono considerati una spesa di cui il Paese può fare a meno, ben vengano i tagli. Però la realtà non dice questo. Dice che gli enti non profit esercitano un ruolo di prim’ordine, nonostante siano considerati da tanti enti pubblici loro supplenti a cui chiedere prestazioni a prezzi più bassi e pagate tardissimo. Dice anche che in questo periodo di crisi hanno evitato derive sociali dovute alla perdita del lavoro e alla povertà sempre in aumento, spesso inventandosi soluzioni innovative ed efficaci».
«La detassazione dei soldi e dei beni donati alle realtà private che svolgono funzioni di pubblica utilità non può essere considerata dallo Stato una semplice voce di spesa. Si tratta di minori entrate a cui corrispondono minori spese: dunque investimenti».
Poletto insiste su in particolare su una conseguenza diretta dei tagli: «Tra le norme tagliate c’è anche l’articolo 13 del D.Lgs 460/97, ovvero quella norma che permette agli imprenditori di donare alla Onlus generi alimentari e farmaci fuorusciti dal normale circuito commerciale senza che ciò sia per loro considerato “destinazione estranea” all’esercizio dell’impresa (e, dunque, tassato).
Questa norma permette ai produttori e distributori di cibo e farmaci di donarli a enti caritatevoli. In un momento in cui l’Unione europea sta mettendo in discussione i programmi di aiuti alimentari e in cui i poveri sono in grande aumento, come si fa ad andare a toccare una norma così? Ci sarebbero tanti altri esempi, ma non aggiungerebbero che ulteriori elementi a una considerazione già evidente: le agevolazioni non sono tutte uguali, dunque non possono esserlo i tagli.
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