Non profit

c’è la crisi, ma l’Airc non se ne accorge

Raccolti 3,5 milioni con le «Arance della salute»

di Redazione

Il dato è in linea con le edizioni precedenti. E per quest’anno l’associazione si attende persino
un risultato complessivamente migliore dei 49 milioni raccolti nel 2008. Come? Parla il capo del marketing, Andrea RivoliTutti lo dipingono come l’anno della grande crisi, ma il 2009 di Airc si è aperto nel migliore dei modi. Almeno a giudicare dai 3,5 milioni di euro raccolti con la giornata delle «Arance della salute» lo scorso 31 gennaio. Un dato assolutamente in linea con le precedenti edizioni. Il segreto? Una macchina di raccolta fondi che in Italia rappresenza una vera e propria avanguardia. Del resto sono i numeri a confermarlo. Qualche esempio? All’esordio del 5 per mille l’Airc fa subito il botto. E con circa 800mila firme e una raccolta di 28 milioni si colloca in testa a tutte le classifiche.
Venendo al 2008. In occasione della festa della mamma, l’«Azalea della ricerca» (prossimo appuntamento a maggio 2009), grazie al supporto di 20mila volontari sguinzagliati nelle piazze italiane, l’Airc ha raccolto 9,7 milioni di euro. Altri 6,2 milioni sono invece arrivati grazie alla «Giornata per la ricerca sul cancro» di novembre. Una cifra, però, in costante aumento, considerato che le donazioni continuano ad arrivare.
Insomma, malgrado i venti di crisi, l’Airc sembra mantenere saldamente la sua rotta. Verrebbe da chiedersi quale sia il segreto. In primo luogo il metodo, dicono dall’associazione: chiedere poco a molti. Andrea Rivoli, responsabile marketing spiega: «Non abbiamo avuto segnali di rallentamento dovuti alla crisi del Paese. Questo grazie alla capillarità della nostra azione e quindi ad una forte partecipazione della gente, perché purtroppo la nostra causa e la sua importanza – la lotta al cancro – non hanno bisogno di pubblicità né di sensibilizzazione, e il coinvolgimento e la partecipazione di massa è sempre grande. Se partecipa una grande quantità di persone e ognuna dà un piccolo contributo, i risultati possono essere stupefacenti». Non è un caso che anche in occasione delle «Arance della salute» l’Airc abbia schierato 20mila volontari dispiegati in 2.060 piazze italiane e in 713 scuole. L’altro segreto poi sono i Comitati regionali. Vera e propria anima del sistema Airc, hanno lo scopo di appoggiare le iniziative, di promuovere l’acquisizione di nuovi soci e di mantenere il contatto con i soci esistenti sul territorio attraverso i mezzi di comunicazione locali.
Airc, in questo modo, è riuscita a distribuire in poche ore tutte le 437.346 reticelle, raccogliendo 3,5 milioni di euro, cifra che potrebbe salire nel caso qualcuno abbia voluto donare più degli otto euro minimi. A giugno sarà fatto il bilancio finale e verranno resi noti i traguardi raggiunti. Lo scopo è fare meglio del 2008, che ha visto Airc impegnare nella ricerca più di 49 milioni di euro per il sostegno di 428 progetti a cui hanno lavorato oltre 3.700 ricercatori.
La raccolta di fondi di Airc, che conta circa 2 milioni di soci, avviene con due modalità: per il 50% attraverso iniziative nazionali e locali rivolte al grande pubblico (di cui la vendita delle arance è un esempio) e tramite progetti che coinvolgono il mondo del lavoro, per il restante 50% con la sottoscrizione in risposta alle lettere ed ai messaggi inviati per corrispondenza. I fondi vengono annualmente distribuiti a favore di progetti di ricerca e di borse di studio vagliate dal comitato tecnico-scientifico, composto da scienziati oncologi provenienti da tutta Italia, affiancati nel lavoro di valutazione e selezione da oltre 250 ricercatori europei e americani. Numeri importanti, che affondano le radici in un’esperienza di lungo corso. L’ente infatti è nato nel 1965 grazie alla vision di alcuni ricercatori dell’Istituto dei Tumori di Milano, fra cui i professori Umberto Veronesi e Giuseppe della Porta.

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