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Cei: “Non è un’imposizione”
In attesa della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la presidenza della conferenza episcopale prende la parola
di Redazione
”In vista dell’imminente decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, intendiamo richiamare l’attenzione sull’importanza che la questione dell’esposizione del Crocifisso nelle scuole pubbliche assume in relazione ai sentimenti religiosi delle popolazioni e alle tradizioni delle Nazioni d’Europa”. E’ quanto si legge in un comunicato della presidenza della conferenza episcopale italiana dedicata al caso dell’esposizione dei crocifissi nelle scuole e al ricorso presentato alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo proprio su questo tema.
”La presenza dei simboli religiosi e in particolare della croce – prosegue il testo – che riflette il sentimento religioso dei cristiani di qualsiasi denominazione, non si traduce in un’imposizione e non ha valore di esclusione, ma esprime una tradizione che tutti conoscono e riconoscono nel suo alto valore spirituale, e come segno di un’identità aperta al dialogo con ogni uomo di buona volontà, di sostegno a favore dei bisognosi e dei sofferenti, senza distinzione di fede, etnia o nazionalità”.
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