Formazione
Certificazione dell’handicap: il 20% non avrà più il sostegno?
Cambiano i criteri, fuori tutti i ragazzi fragili ed esclusi. E' giusto che a seguirli non sia un insiegnante di sostegno, ma non è giusto abbandonarli
di Redazione
Attualmente sono quasi 173 mila gli alunni disabili inseriti nelle scuole statali. Per il prossimo anno si prevede che possano diventare almeno 180 mila. Ma alcuni di questi potrebbero in futuro perdere lo “status”, e i relativi diritti. Infatti l’applicazione delle nuove modalità certificative, basate sui parametri della Organizzazione mondiale della sanità, comporterà che molti alunni disabili non potranno più essere certificati come tali, perdendo in tal modo il diritto di avvalersi del docente di sostegno. Quanti? Secondo l’assessore all?istruzione della regione Lazio Silvia Costa potrebbero essere circa il 20% (cioè in circa 36 mila). E quel 20% di esclusioni potrebbe costituire motivo di scontro ideologico o sociologico. Lo dice Tuttoscuola.
Quando la legge finanziaria 2003 ha disposto nuove modalità di accertamento dell’handicap, si prefiggeva anche di “mettere ordine” in un settore dove a volte venivano certificate come handicap anche le condizioni di difficoltà di apprendimento derivanti da disadattamento sociale, emarginazione, grave deprivazione affettiva, ecc. Probabilmente sono in gran parte proprio quei casi che ora rischiano di essere esclusi dalla popolazione dei portatori di handicap. Allora, come oggi, alla base del tentativo di esclusione (o di allarme per il timore che esclusione vi sia) c’è un equivoco e un po’ di ipocrisia: quel presunto 20% riteniamo che abbia diritto di essere aiutato e sostenuto. Ma farlo con gli insegnanti di sostegno è un errore, perché si continuerebbe ad impiegare impropriamente personale docente appositamente formato per sostenere i disabili, ma non per fare altro che pure deve essere fatto (però con altro personale diversamente formato).
Se le certificazioni servono a fare chiarezza, ben vengano e presto. Ma contestualmente occorrerà pensare a come aiutare e sostenere quel 20% di esclusi.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.