Mondo
Charles Taylor riconosciuto colpevole
La storica sentenza del tribunale speciale a carico dell'ex presidente liberiano
di Redazione
L’ex presidente della Liberia Charles Taylor è stato giudicato colpevole per favoreggiamento e sostegno ai crimini di guerra commessi in Sierra Leone durante la guerra civile (1991-2002) dal Tribunale speciale delle Nazioni Unite. La sentenza sarà depositata il 30 maggio, dopo un’altra udienza il 16. Il giudice Richard Lussick ha letto questa mattina la lunga sentenza in cui si stabilisce che Taylor ha fornito aiuto materiale, assistenza e sostegno morale ai ribelli del Ruf attivi nella Sierra Leone, di aver avuto influenza sostanziale, ma non esercitato comando e controllo sulla struttura. “Foday Sankoh era l’unico capo delle Ruf e non prendeva ordini da Charles Taylor”, ha stabilito il giudice.
Charles Taylor è stato quindi giudicato colpevole di favoreggiamento per tutti e gli undici crimini di cui era accusato: atti di terrorismo, omicidio, violenza, stupro, schiavitù sessuale, oltraggio alla dignità personale, altre violenze, altri atti disumani, reclutamento di minori, schiavitù, e razzie. “La camera ha dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che l’imputato è penalmente responsabile per aver favorito e sostenuto l’attuazione di tutti i crimini di cui era accusato”, ha affermato Lussick.
L’ex presidente liberiano, comparso con un abito blu, camicia bianca e cravatta rossa insieme al suo collegio di avvocati, e’ accusato di aver creato e reso operativo un piano per ottenere il controllo della Sierra Leone in modo da poter sfruttare i suoi giacimenti di diamanti. Fra il 1991 e il 2001 le truppe liberiane hanno combattuto a fianco dei ribelli del Fronte Rivoluzionario Unito (RUF), al quale Taylor forniva armi e munizioni in cambio di diamanti. Dieci anni di guerra civile in Sierra Leona hanno caustao 120 mila morti. Arrestato nel 2006 in Nigeria, Taylor e’ stato accusato di crimini di guerra e contro l’umanita’, fra cui omicidio, violenza sessuale e saccheggi, commessi fra il novembre del 1996 e il gennaio del 2002.
La sentenza, secondo Amnesty International, “porta un po’ di giustizia alla popolazione della Sierra Leone e manda un segnale importante: non conta chi sei e quale posizione occupi, la giustizia ti chiederà di rispondere dei tuoi crimini. È un verdetto che ricorda anche alle autorità liberiane la necessità di processare Taylor per i crimini commessi nel suo paese, durante la sua presidenza“.
“Tuttavia” – sottolinea Amnesty International – “Taylor è solo la punta dell’iceberg. Migliaia di persone sospettate di crimini commessi nel conflitto del 1991-2002 in Sierra Leone, tra cui uccisioni illegali, stupri, mutilazioni e arruolamento di bambini soldato, non sono mai stati processati né indagati. Una piccola parte delle migliaia di vittime che portano ancora oggi le terribili cicatrici del conflitto hanno ricevuto una riparazione, elemento essenziale per ottenere giustizia e poter ricostruire le loro vite“.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.