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Che ci fa Avatar in copertina

di Redazione

Perché abbiamo scelto l’immagine di Avatar, il film più atteso (esce in Italia il prossimo 15 gennaio) come immagine di cover di questo numero di Vita? Perché questo film di James Cameron non è semplicemente un kolossal. È a suo modo una sfida. Anzi una triplice sfida…
La prima sfida. È quella di aver saputo aspettare il tempo giusto. Cameron ha atteso che la tecnologia arrivasse a maturazione per essere all’altezza dell’idea che aveva in testa da 15 anni. Ha detto il regista: «Un surfista non crea l’onda, l’aspetta, ma deve sapere qual è l’onda giusta da prendere. Ecco, io preferisco aspettare quell’onda, lasciando che siano altre forze del mercato e altri cineasti a generare quell’onda di energia. Sto parlando dell’energia nello sviluppo della computer grafica».
La seconda sfida. Ridare un sapore mitologico al rito del cinema. Per la prima volta dopo molti anni negli Usa gli spettatori nelle sale hanno superato gli acquisti di dvd. Segno che il traino affascinante di Avatar ha vinto sull’istinto a chiudersi nella visione privata degli schermi di casa.
La terza sfida. Mettere anche una punta di impegno in un film nato per essere non impegnato. «Avatar è un film fantascientifico molto ambizioso», ha spiegato Cameron. «È una storia futuristica ambientata su un pianeta tra duecento anni. È una avventura “vecchio stile” con la coscienza ambientale di oggi. L’aspirazione ovviamente è raccontare una storia sul piano mitologico». Ha commentato un critico americano: «Avatar è capace di eccitazione narrativa e propone un tema anti imperialista e di ritorno alla natura che parlerà al pubblico di tutto il mondo, il che è ironico visto che viene da un film così tecnologico». Avatar è ambientato nel 2154: la Terra è a corto di risorse di energia e organizza una spedizione esplorativa su un lontano pianeta, Pandora. Il finale vi lascerà a bocca aperta e commossi…

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