Non profit

Chi fa per gli altri, fa per tre

Un volontariato che mette in gioco l'amicizia disinteressata. Perché, senza, ci sarebbe poco da ridere...

di Redazione

Ma perchè dovremmo dedicare del tempo ad aiutare altre persone? Non può pensarci lo Stato? È colpa nostra se uno nasce in un certo modo? E poi queste persone sono per davvero in difficoltà?
Uffa, non è possibile sottrarre tempo al tempo libero già esiguo per un anziano che fa fatica a camminare! Ma uno deve proprio decidere di invecchiare? E poi, scusate, per occuparsi di quelle persone lì, quelle con problemi che hanno bisogno di aiuto, non ci sono forse le suore e quelle ragazze un pò brutte con i brufoli? Ma perchè uno deve decidere di ropersi le scatole volontariamente, e anzichè andare a Ibiza passare l’estate con un gruppo di handicappati a Pinarella di Cervia?
Quante volte, anche in maniera più sfumata e con qualche senso di colpa, abbiamo pensato una di queste cose? Misteri del cuore. Il gesto del volontariato, del resto, appartiene all’immensa bellezza del cuore e al suo profondo mistero.

Ma esiste anche del volontariato più nascosto. Quello che mette (o viene messo) in gioco l’amicizia disinteressata. Quello che fa la spesa alla vicina che fa fatica a fare le scale, lì dove non c’è mai l’ascensore; quello che accompagna il vicino dal dottore; quello che ridipinge l’appartamento alla vicina indigente; quello che permette di realizzare un sogno al vicino… insomma, già essere vicini aiuta!
Questo tipo di volontariato, che ha un ampio raggio di applicazioni ed è molto più diffuso di quello che sembra, permette spesso la sopravvivenza di un numero elevato di persone. È il volontariato casereccio, minuto, ma molto efficace. Slegato da associazioni o enti. Un pò timido e imbarazzato ma, forse per questo, molto potente.

Noi il volontariato lo facciamo quotidianamente tra di noi: Giacomo e Giovanni fungono da amorevoli badanti nel ricordare giornalmente ad Aldo i propri impegni. Un’ora prima di ogni appuntamento lo chiamiamo per convocarlo o in ufficio, sul set, o a teatro, come stabilito da tempo; e lui immancabilmente dice: «Possibile? non mi avete detto niente!». Se dipendesse dalla sua memoria, che è come quella dei pesci, Aldo non sarebbe in grado di lavorare, perciò con questo atto di volontariato difendiamo la sua e la nostra professione.
Ma anche Giovanni ha i suoi problemi, soprattutto con i telefoni, i computer e i dvd player, diciamo con tutta la tecnologia. Giovanni è capace di chiamare anche venti volte al giorno per chiedere come si fa a vedere le foto sul telefonino, come si apre un file zip, come si sceglie la lingua su un dvd; a volte telefona nel cuore della notte per sapere come si fa a spegnere la tv… All’inizio irritati, ma poi via via che passa il tempo e che le capacità cognitive di Giovanni peggiorano, Aldo e Giacomo si armano di pazienza e come due infermieri di un ospizio si ritrovano a dare le istruzioni al telefono.
Apparentemente Giacomino è quello che non necessita di attività di sostegno, eppure se si ritrova nel mezzo di una discussione è molto probabile che gli parta una crisi di ostinazione e allora è magari capace di sostenere che la capitale dell’impero romano era Bolzano, che il motore a scoppio fu inventato dagli Atzechi, e che l’aria di Milano sia più pulita di quella di Cortina d’Ampezzo. Giovanni e Aldo lo lasciano sfogare, poi quando inizia a urlare e a sbraitare estraggono un’orologio a cipolla e facendolo dondolare inducono Giacomino e seguire il movimento: dopo pochi secondi è completamente ipnotizzato e calmo.

Questi episodi dimostrano che soli non riusciremo a vivere: Aldo mancherebbe ogni appuntamento della sua vita, sarebbe disoccupato e morirebbe di fame perchè non si ricorderebbe di neppure ritirare il sussidio di disoccupazione.
Giovanni, se si smarrisse in una città straniera, non potrebbe chiedere aiuto ai suoi amici perchè dopo aver spento il telefonino in aereo, non capirebbe neppure il messaggio che chiede il Pin… lui non conosce nessuna lingua straniera. Giacomino se non avesse al fianco i due ipnotizzatori rischierebbe di litigare e di farsi aggredire da chiunque anche per un argomento banale come il costo di una michetta (che per Giacomino costa come il salmone).
Insomma, vivere da soli è una noia mortale e poi, soprattutto, gli altri ci salvano la vita, spesso volontariamente.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.