Mondo

Chiese e moschee in prima linea nel dopo-sisma

Sono quasi 700 i centri religiosi distrutti dopo il terremoto del 30 settembre

di Redazione

Centri per la distribuzione di aiuti e di raccolta di donazioni, ma anche luoghi di rifugio per gli indonesiani che sono stati colpiti dal forte sisma del 30 settembre: in Indonesia, nella zona di Padang, chiese e moschee sono in prima linea per contribuire alle operazioni d’emergenza.
Il direttore della moschea Darul Falah di Padang è felice che il suo luogo di culto sia stato danneggiato solo lievemente dal terremoto perché così «ci siamo potuti impegnare per aiutare gli altri». «Volevamo aiutare la gente, donare qualcosa, ma non sapevano come fare. Quindi abbiamo raccolto le donazioni e le abbiamo date a chi ne aveva più bisogno», spiega, sottolineando che la sua moschea è stata utilizzata come centro smistamento di aiuti.
Secondo la protezione civile indonesiana, 687 centri religiosi, tra moschee, chiese e templi, sono stati distrutti o gravemente danneggiati dal terremoto.
«Abbiamo subito pochi danni e ci siamo trovati a essere il centro di smistamento logistico e di donazioni della Perkumpulan Gereja Indonesia (l’associazione delle chiese protestanti indonesiane)», ha detto il pastore responsabile della chiesa Kristen Protestan Mentawai. Anche la diocesi di padre Fernando, missionario cattolico saveriano, si è subito attivata dopo il forte sisma che secondo l’ultimo bilancio della Bnpb ha provocato 739 morti e 836 feriti gravi, mentre quasi 300 persone sono ancora disperse. «Abbiamo aperto immediatamente le porte a chi ne aveva bisogno. Tuttora abbiamo ospiti, superstiti, ma anche persone che sono arrivate qui per aiutare la popolazione».

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